Il suono dell'universo.

lunedì 15 agosto 2016

Intervista a Rubens Onofre Nodari - il futuro è nell'agro-ecologia



Prof. Rubens Onofre Nodari[1], Titolare della Cattedra dell’Università di Santa Catarina, UFSC, Florianopoli, Brasile, Programma di Dottorato in Risorse Genetiche Vegetali

 Scenari innovativi, futuristici, l’illusione di poter conoscere ogni segreto della materia vivente e di poter piegare con pochi gesti alle proprie esigenze, ciò che la natura ha creato e perfezionato nei millenni.
I genetisti della generazione del Prof. Rubens Onofre Nodari, sono stati tra i primi ad avere il privilegio di assistere alla nascita dell’ingegneria genetica ed esserne sollecitati intellettualmente.
Un nuovo passo per la scienza che per alcuni si è immediatamente tradotto in affare miliardario. La possibilità di introdurre sul mercato prodotti capaci di mantenere forme e dimensioni prestabilite, senza i difetti causati dagli insetti, una meta finanziaria promettente cui in pochi si sono sottratti in quegli anni. Anni in cui gli effetti avversi dell’ingegneria genetica erano, tuttavia, già emersi e, nonostante questo, tentazione e lucro  hanno vinto su ragione e buonsenso[2].
“E’ colpa degli scienziati, più che della politica”, afferma il Prof. Nodari e cita “Genes alterados, verdades distorcidas”, un testo edito nel marzo 2015 da Steven M. Druker, un avvocato che affronta temi di pubblico interesse e che ha rivelato la più grossa frode perpetrata dalla scienza, mai conosciuta, costringendo in tribunale, la Food and Drug Administration a rendere pubblici documenti che dimostrano legami strategici a livello governativo e militare, la definizione di come i semi siano stati utilizzati a fini bellici, un’arma da utilizzare tra nazioni a scopi estorsivi, mentre le istituzioni pubbliche si davano da fare per sopprimere le prove e falsare la realtà.
“Quello che mi hanno insegnato i filosofi – dice in proposito il Prof. Nodari – è che lo scienziato non ha diritto a disconoscere ciò che è sconosciuto. Occorre una ricerca capace di contestualizzare e che tenga conto della società, il contrario della visione riduzionista che, oggi, predomina”. Per Nodari la società costituisce un organo di controllo. Ma come può, la società, svolgere tale ruolo se il capitalismo non lo permette? Se la realtà è distorta scientemente? Se la stessa scienza si presta alla mistificazione? E cita Aldo Malavasi, genetista specializzato in genetica animale e Presidente di Biofábrica Moscamed Brasil, azienda che dal 2005 modifica geneticamente la mosca della frutta affinchè non risulti dannosa per le coltivazioni in seno al ‘Programa de Erradicação da Mosca da Carambola’ promosso a livello governativo. Un errore perché, dice il Professore, ciò che è grande e delimitato è facile da controllare ma ciò che è piccolo e dinamico, no, ed esistono circa 500 tipi di insetto resistenti ai pesticidi. Le mutazioni genetiche che alcuni scienziati stanno imponendo alle specie vegetali e animali e l’utilizzo di pesticidi ha aperto la strada a effetti del tutto sconosciuti, anche perché i dati disponibili non sono condivisi con i ricercatori indipendenti, quindi gli effetti di ciò che oggi viene realizzato sono del tutto sconosciuti.
La scienza, dice il Prof. Nodari, ha una grande responsabilità rispetto a questo problema. La trans genia è una sofisticazione della Rivoluzione Verde, dice ancora, e prevede che la nostra specie, di questo passo, non sopravviverà più di 100 anni ancora.
I cambiamenti in atto stanno provocando una diminuzione della biodiversità anche per le conseguenze dei mutamenti climatici. Sulle montagne andine esisteva un tipo di patata che cresceva a 4000 metri di altitudine e che oggi non crescono più perché, anche a quelle altezze, la temperatura si è alzata. A 4000 metri i contadini devono coltivare una varietà di patata che cresceva a 3600 metri.
Ma, conclude il Professore, la possibilità di uscire da questa follia, è percorribile. Non possiamo far tornare la natura come era prima ma quello che possiamo fare è mitigare gli effetti negativi della tecnologia. E’ ciò a cui Nodari sta dedicando le sue energie da alcuni anni: l’Agroecologia, unica via per abbandonare la strada della tecnologia applicata all’agricoltura di base, quella cui il Professore attribuisce una considerazione etica profonda: quanti geni ha una pianta? Ogni gene ha varie possibilità di combinazione operate nel tempo dagli agricoltori: sono contributi che, praticamente, ignoriamo, commenta il Professore che aggiunge: “Quella dell’ingegneria genetica è una appropriazione indebita delle conoscenze intellettuali di intere generazioni di contadini. Attraverso la transgenia è mutato il paradigma della proprietà intellettuale in agricoltura. Invece l’Agroecologia non ha effetti negativi, non usa veleni e diminuisce i costi di produzione. Una varietà transgenica costa 150milioni in più rispetto ad una varietà creola. Inoltre continua a produrre servizi eco sistemici perché in un unico terreno sono presenti decine o centinaia di specie. Al contrario, la monocoltura distrugge la catena trofica ed ecologica e favorisce l’uso di agrotossici”. Ma oggi chi studia agraria viene indirizzato a non riconoscere le interazioni tra le specie né l’importanza sociale dell’agricoltura. “Le università – dice Nodari – formano persone arroganti. Molti agronomi pretendono di sapere più di quanto non sappia un agricoltore, che in realtà sa di più”. Nodari e i suoi ricercatori, con l’Agroecologia, collaborano con un gruppo di agricoltori ad un progetto di miglioramento partecipativo delle specie vegetali basato su tecniche antiche quanto la storia dell’agricoltura: la selezione e ricombinazione naturale delle varietà. L’Agroecologia promuove la coesione sociale, quindi la pianificazione dei paesaggi che viene studiata in modo da ottenere un successo economico.  Si può fare: il Perù, ad esempio, è quasi totalmente agro ecologico. E la ristrutturazione del suolo danneggiato può avvenire in pochi anni. Ma si deve cambiare paradigma culturale. “Rimango sorpreso – dice Nodari – di quanto la gente sia interessata agli effetti sulla salute  di animali e piante e non sulla possibilità di restaurare e preservare. Ci sono pochissimi studiosi che stanno facendo ricerca su questo. Anche chi si occupa di Diritto, sembra non attribuire importanza all’Art. 225 della Costituzione. Dopo i primi anni successivi alla dittatura, quando tutti sembravano voler partecipare al destino del Paese, è finito tutto”. “L’avanzata della scienza e della tecnologia – continua - ha posto il problema dell’uso che si fa della conoscenza. Ad esempio il DDT è una molecola che è stata scoperta nel 19mo secolo da Nobel e in quell’epoca non esistevano norme in relazione agli agrotossici in agricoltura. Ma una questione che rimane senza controllo è pericolosa perché la scienza è cifrata, non arriva alla popolazione. La conoscenza non arriva mai alla società e il Ministero attribuisce poche risorse alla ricerca nel campo dell’Agroecologia che è una materia molto complessa perché necessita di competenze che riguardano le interazioni tra piante ed insetti, ad esempio. In tutto ciò la collaborazione con gli agricoltori è fondamentale ma negli ultimi decenni la loro capacità è stata poco valorizzata”. Ma non tutto è perduto: Gli esperimenti nel campo dell’agroecologia, negli ultimi anni, si sono moltiplicati[3] e hanno dimostrato come, campi abbandonati perché improduttivi in seguito ad uno sfruttamento chimico del terreno[4], siano tornati rigogliosi addirittura nell’arido deserto del Sahel, offrendo sicurezza alimentare a migliaia di nuclei familiari.
“Una volta che la transizione inizia, afferma Nodari, il percorso virtuoso è, ormai, avviato”. 


[1] http://ppgean.ufsc.br/docentes/rubens-onofre-nodari/
[2] https://allianceforbiointegrity.wordpress.com/index-key-fda-documents-revealing-1-hazards-of-genetically-engineered-foods-and-2-flaws-with-how-the-agency-made-its-policy/

[3]  “FAO Success Stories of Climate-Smart Agriculture” FAO 2014
[4] “A livello globale gli effetti dell’agricoltura chimica nel lungo termine sono stati disastrosi (…) Infatti, si interrompe l’equilibrio dei processi  ecologici del suolo, diminuisce la quantità di materia organica e, con questa, la capacità del terreno di trattenere umidità e carbonio”. Fritjof Capra, Anna Lappè, “Agricoltura e Cambiamento Climatico”, pg. 20, Ed. Aboca, 2016

domenica 22 maggio 2016

Homenagem a Paulo Kageyama, lutador da agroecologia


Pensem em um bom exemplo a ser seguido; Kageyama se foi e ainda estará entre nós, ajudando para um futuro mais justo
Redação,
Kageyama era um defensor da agroecologia e atuante junto aos movimentos populares - Créditos: Gerhard Waller
Kageyama era um defensor da agroecologia e atuante junto aos movimentos populares / Gerhard Waller
Pensem numa pessoa gentil, respeitosa, com disposição e humildade para ouvir a todos, demonstrando que sempre haverá o que apreender, na escuta atenciosa do que cada um tem a dizer. Pensem em um professor disposto a enfrentar escolas; insistindo, sempre, que os mestres devem aprender com os alunos. Que devemos desconfiar das tecnologias e estudar não para divulgá-las ou ganhar com elas, mas para filtrar seus efeitos a partir das respostas da natureza e da interpretação trazida pelos que com elas interagem, em sua vivência cotidiana. Nosso líder na luta contra os transgênicos, Paulo Kageyama.
Pensem em uma pessoa que em Seminário da Organização das Nações Unidas para Agricultura e Alimentação (FAO), no qual todos só falam sobre a importância da engenharia genética para acabar com a fome no planeta, sobe na tribuna para dizer o contrário. E que dali afirma ter chegado o momento do mundo reconhecer os erros, as ameaças e os danos contidos neste caminho, que além de comprometer a democracia e a solidariedade entre os povos, está ameaçando a natureza da vida, cujas dimensões sequer conhecemos em totalidade.
Pensem nesta pessoa dizendo, com calma, gentileza e cuidados, que cabe aos cientistas assumir o papel responsável de levar para a sociedade as informações corretas. De que a biodiversidade e a agroecologia têm respostas melhores para estes e outros problemas. E demonstrar, com humildade, que suas afirmativas se apoiam em mais de 20 anos de pesquisa participativa construída com agricultores assentados graças à luta do Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST), em áreas recuperadas de latifúndios improdutivos, no centro-sul do Brasil. Nosso líder na luta por uma ciência cidadã, Paulo Kageyama.
Pensem numa pessoa forte, com disposição para enfrentar a todos em defesa de cada um, apontando a importância da solidariedade como fundamento insubstituível, orientador de qualquer ato consciente, da vida, da pesquisa e do ensino, em suas múltiplas possibilidades. Pensem em uma pessoa disposta a defender uma idéia, contra todos e com ela abraçar as causas dos sem-nada, contra os que têm tudo, e que perto do final, mesmo quando muitos se afastavam, permanecia ali, entre eles, lutador. Nosso irmão, Paulo Kageyama.
Pensem em um homem que deixa rastro e lembranças por onde passou e passará. Pensem em um bom exemplo a ser seguido. Pensem em Paulo Kageyama, que se foi e ainda assim estará sempre entre nós, ajudando na construção de um futuro mais justo para todos. Pensem em Paulo Kageyama, presente.
**Paulo Kageyama, professor da Escola Superior de Agricultura Luiz de Queiroz da USP e reconhecido lutador em prol da agricultura familiar e da agroecologia, faleceu nesta terça-feira (17).
*Leonardo Melgarejo é agrônomo e presidente da Associação Gaúcha de Proteção ao Ambiente Natural (Agapan).

lunedì 11 aprile 2016

TRIVELLE: SI O NO all’abrogazione della norma




di Chiara Madaro


NO

Le piattaforme off-shore già attive entro le 12 miglia marine dalle coste italiane possono continuare ad estrarre idrocarburi a tempo indeterminato

SI

Le piattaforme off-shore già attive entro le 12 miglia marine dalle coste italiane potranno estrarre idrocarburi solo fino alla scadenza delle concessioni




Il Referendum non riguarda nuove trivellazioni per la ricerca di gas e petrolio ma solo quelle già attive. Questo perché le nuove concessioni entro le 12 miglia sono già state bloccate dalla Legge di Stabilità in seguito alle proteste di alcune Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto). Al momento le piattaforme off-shore, quelle installate al largo delle coste italiane, sono 135 di cui 93 a meno di 12 miglia di distanza dalla costa (circa 20 km).
Se vincesse il SI, si continuerebbe, comunque, ad estrarre fino al 2018-2034, arco di tempo entro cui scadono tutte le concessioni attualmente attive.
Se vincesse il NO, una volta terminati i pozzi, le piattaforme non verrebbero smantellate dalle imprese estrattrici. Solo al largo dell’Emilia Romagna esistono 40 piattaforme.
CHI sostiene il SI:
o   Associazioni ambientaliste e per la lotta contro il cancro
o   Sinistra Italiana
o   5 stelle
o   Lega
o   Una parte del PD
o   Fratelli d’Italia
PERCHE’ SI:
o   Alcuni studi hanno evidenziato la notevole presenza di idrocarburi nella fauna ittica presente in vicinanza di piattaforme petrolifere
o   Le sostanze presenti nella fauna ittica sono note come ‘interferenti endocrini’ e sono responsabili di cancro, malformazioni congenite, malattie neurodegenerative ecc.. determinate dall’alterazione del corretto funzionamento del sistema endocrino
o   La crescente incidenza di tali malattie sta generando emergenze sanitarie, sociali ed economiche difficilmente gestibile: la forbice tra popolazione attiva e popolazione in stato di dipendenza, si sta invertendo
o   Se si allunga la concessione, i petrolieri godrebbero di una franchigia al di sotto della quale non pagherebbero le royalties (il sistema italiano è famoso tra i petrolieri per garantire ampi profitti ai privati e nessun rischio. Le royalty sono tra le più basse al mondo per cui il sistema pubblico non guadagna niente)
o   Favorire consumi energetici basati sugli idrocarburi significa favorire gli interessi delle lobby private a scapito del bene pubblico
o   La presenza di basi petrolifere abbatte l’economia e la capacità produttiva dei luoghi in cui si estraggono idrocarburi mentre su una piattaforma lavorano poche persone, maestranze spesso non italiane
o   La ricerca di idrocarburi in mare comporta l’uso degli air gun, armi capaci di generare onde sonore che possono superare i 260 decibel con effetti devastanti sui cetacei e su altre specie protette e subsidenza del suolo.

CHI sostiene il NO
o   Il Governo (capeggiato da persone legate a petrolieri e banche)
o   Forza Italia
o   NcD
o   Scelta Civica
PERCHE’ NO
o   Le royalty aiutano l’economia del Paese
o   Le imprese petrolifere garantiscono posti di lavoro
o   Non esistono prove certe sul fatto che l’industria petrolchimica produca danni alla salute e all’ambiente

mercoledì 6 aprile 2016

Entidades divulgam nota de repúdio a projeto que coloca natureza e saúde em risco

A Associação Gaúcha de Proteção ao Ambiente Natural (Agapan), em conjunto com outras entidades que integram o Fórum Gaúcho de Combate aos Impactos dos Agrotóxicos, assina aNota de Repúdio ao PL Nº 3200/2015


O documento indica que o PL (Projeto de Lei) "altera a nomenclatura de agrotóxicos para 'defensivos fitossanitários' e redefine e omite conceitos já consolidados na legislação, deixando lacunas que promoverão um vazio legal". Como exemplo, a nota cita que agrotóxicos como o 2,4 D (componente do Agente Laranja, utilizado na guerra do Vietnã), o Paraquat e o Glifosato não serão obrigados a ter registro "por não se enquadrarem no conceito de 'defensivos fitossanitários' proposto".
As entidades alertam a sociedade para "os riscos que essa proposta  representa ao meio ambiente e à saúde da população".

"Em oposição aos anseios da população com relação ao consumo de alimentos seguros, a proposta do deputado enfraquece o controle sobre esses produtos pelo poder público, concentrando poderes na nova estrutura, a CTNFito – integrada por cargos de confiança designados pelo Ministro da Agricultura, Pecuária e Abastecimento –, e retirando, por exemplo, atribuições do Ibama (meio ambiente), da Anvisa (saúde) e dos órgãos estaduais de fiscalização", denuncia o Fórum. 

O PL 3200/2015 é de autoria do deputado federal ruralista Covatti Filho (PP/RS), colega de partido do também deputado federal gaúcho Luis Carlos Heinze (PP/RS), autor do famoso PL Heinze, que enfraquece a lei que obriga a identificação de produtos alimentícios produzidos com transgênicos, que, por sua vez, são produtos fortemente envenenados. 

Se quiser saber mais sobre o PL Heize o votar contra a sua aprovação, acesse o site do Instituto de Defesa do Consumidor e preencha o formulário.

Fonte: Imprensa Agapan

Confira, abaixo, a íntegra do documento.

NOTA DE REPÚDIO AO PL Nº 3200/2015 


O FÓRUM GAÚCHO DE COMBATE AOS IMPACTOS DOS AGROTÓXICOS manifesta-se veementemente contra o Projeto de Lei nº 3200/2015, de autoria do Deputado Federal  Luis Antonio Franciscatto Covatti (Covatti Filho), o qual propõe uma nova normatização para os agrotóxicos e, para sua regulação, a criação de mais um órgão, a Comissão Técnica Nacional de Fitossanitários – CTNFito. 
O Brasil possui atualmente uma legislação considerada como uma das mais avançadas e completas sobre o tema agrotóxicos. A Lei nº 7.802/89 e seu Decreto regulamentador são detalhados e envolvem os órgãos de Estado responsáveis pela agricultura, pela saúde e pelo meio ambiente. Mesmo assim, não temos sido capazes de enfrentar o uso indiscriminado e abusivo de agrotóxicos, tornando o País o maior mercado consumidor de agrotóxicos do mundo, com imensos custos sociais e ambientais. 
Em oposição aos anseios da população com relação ao consumo de alimentos seguros, a proposta do Deputado enfraquece o controle sobre esses produtos pelo poder público, concentrando poderes na nova estrutura, a CTNFito – integrada por cargos de confiança designados pelo Ministro da Agricultura, Pecuária e Abastecimento –, e retirando, por exemplo, atribuições do IBAMA (meio ambiente), da ANVISA (saúde) e dos órgãos estaduais de fiscalização. 
O PL altera a nomenclatura de agrotóxicos para “defensivos fitossanitários” e redefine e omite conceitos já consolidados na legislação, deixando lacunas que promoverão um vazio legal. Para exemplificar, se aprovado o PL não haverá necessidade de registro de herbicidas, tais como o 2,4D, o paraquat e o glifosato, por não se enquadrarem no conceito de “defensivos fitossanitários” proposto. 
A proposta fere a Constituição ao retirar dos Estados e Municípios a competência para legislar de maneira mais restritiva em questões ambientais, de saúde e agronômicas. 
Consta na Justificativa do PL a semelhança da sistemática proposta com os modelos dos Estados Unidos da América e do Canadá. No entanto, não menciona que nesses países a proteção ao meio ambiente e à saúde efetivamente representam o objetivo principal do processo de controle, pautando a definição do órgão responsável por sua realização: nos Estados Unidos é um órgão federal do setor ambiental (Environmental Protection Agency – EPA) e no Canadá é um órgão do setor de saúde (Pest Management Regulatory Agency of Health Canada – PMRA). 
Se a intenção do projeto é “prestar segurança e celeridade aos processos em tramitação, por meio de uma nova dinâmica”, isso pode ser facilmente obtido com o aporte de recursos humanos, tecnológicos, orçamentários e financeiros aos órgãos de controle já existentes, não havendo a necessidade de criação de uma nova estrutura (CTNFito), muito menos dos gastos públicos que dela advirão. 
Por essas razões, o Fórum Gaúcho de Combate aos Impactos dos Agrotóxicos posiciona-se contra o PL e alerta a sociedade para os riscos que essa proposta representa ao meio ambiente e à saúde da população. 

Porto Alegre, 18 de março de 2016. 

As entidades que compõem o Fórum Gaúcho de Combate aos Impactos dos Agrotóxicos são as seguintes: Associação Brasileira de Agroecologia - ABA; Associação Ijuiense de Proteção ao Ambiente Natural – AIPAN; Agência Nacional de Aviação Civil - ANAC; Associação Gaúcha de Proteção ao Ambiente Natural - AGAPAN; Associação Gaúcha Pró-Escolas Famílias Agrícolas – AGEFA; Associação dos Juízes do Rio Grande do Sul – AJURIS; Brigada Militar; Centrais de Abastecimento do RS - CEASA/RS; Centro de Apoio ao Pequeno Agricultor – CAPA - Núcleo de Pelotas; Centro de Referência em Saúde do Trabalhador – CEREST Porto Alegre; Centro Ecológico; Comissão da Produção Orgânica do Estado do RS-CPOrg-RS/SFA/RS; Conselho de Segurança Alimentar e Nutricional Sustentável do RS – CONSEA/RS; Conselho Estadual de Saúde – CES/RS; Conselho Regional de Engenharia e Agronomia do Rio Grande do Sul – CREA/RS; Conselho Regional de Farmácia – CRF-RS; Conselho Regional de Medicina do Estado do RS – CREMERS; Conselho Regional de Nutricionistas-2ª Região – CRN-2; Coordenadoria-Geral de Vigilância em Saúde do Município de Porto Alegre; Delegacia de Proteção do Meio Ambiente da Polícia Civil; Empresa Brasileira de Pesquisa Agropecuária – EMBRAPA; Empresa de Assistência Técnica e Extensão Rural do Rio Grande do Sul – EMATER/RS;  Escola de Saúde Pública do RS; Federação dos Trabalhadores na Agricultura do RS – FETAG; Fundação Estadual de Proteção Ambiental Henrique Luiz Roessler - FEPAM; Fórum Fome Zero Porto Alegre; FUNDACENTRO-RS; Instituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renováveis - IBAMA; Instituto de Pesquisas Biológicas - Laboratório Central de Saúde Pública do Estado/Fundação Estadual de Produção e Pesquisa em Saúde – IPB-LACEN-FEPPS; Laboratório Nacional Agropecuário – LANAGRO; Movimento dos Pequenos Agricultores - MPA; Ministério Público do Estado do Rio Grande do Sul; Ministério Público do Trabalho - Procuradoria Regional do Trabalho da 4ª Região/RS;  Ministério Público Federal - Procuradoria da República no RS; Ordem dos Advogados do Brasil - Seccional RS - OAB/RS; Pastoral da Ecologia da Conferência Nacional dos Bispos do Brasil - CNBB-Sul III-RS;  Polícia Federal - Superintendência Regional/RS; Pontifícia Universidade Católica do RS – PUCRS; Programa Estadual de Defesa dos Consumidores – PROCON-RS; Rede de Mulheres Negras para Soberania e Segurança Alimentar e Nutricional – REDESSAN; Secretaria da Agricultura, Pecuária e Agronegócio do Rio Grande do Sul – SEAPA/RS; Secretaria do Desenvolvimento Rural, Pesca e Cooperativismo do Rio Grande do Sul – SDR/RS; Secretaria do Trabalho e do Desenvolvimento Social do Rio Grande do Sul; Secretaria do Ambiente e Desenvolvimento Sustentável do Rio Grande do Sul – SEMA/RS; Secretaria Estadual da Saúde do Rio Grande do Sul – SES/RS; Superintendência da Receita Federal do Brasil/RS; Superintendência Federal de Agricultura-RS; Superintendência Regional do Trabalho e Emprego-RS; Universidade Estadual do Rio Grande do Sul – UERGS; Universidade Federal do Rio Grande do Sul - UFRGS.

domenica 14 febbraio 2016

Zanzare OGM

https://br.boell.org/sites/default/files/livro_mosquitos_geneticamente_modificados_web_bollbrasil.pdf

 Zanzare e teratogenesi. Un binomio recente.
In questo studio si pongono alcuni quesiti interessanti riguardo alla preoccupante diffusione di casi di malformazioni del feto in Brasile, fatto messo in relazione alla Aedes Aegypty, o zanzara tigre.
Osservazione spontanea: la zanzara tigre è arrivata nelle regioni più calde dell'Italia già da alcuni anni, ormai. E' estremamente disturbante, sembra aver preso il posto delle vecchie zanzare, ormai inesistenti. Perchè da noi la Aedes non provoca malformazioni?
  Una risposta potrebbe risiedere in un esperimento avviato a Juazeiro, in Brasile, una piccola cittadina in cui la zanzara stava mietendo vittime attraverso la Dengue, una malattia infettiva virale che provoca febbre e, se non arginata immediatamente, morte. Da qui l'idea di uno scienziato dell'Università di Oxford, Dr Luke Alphey che ha fondato Oxitec, impresa britannica specializzata in biotecnologia che vanta tra i suoi collaboratori esperti che hanno offerto per anni servizio nelle fila di Syngenta e Bayer, contestati colossi tedeschi dell'ingegneria genetica. L'idea consiste nell'allevare e modificare geneticamente i maschi delle zanzare in modo che, al momento dell'accoppiamento, le femmine producano uova sterili o incapaci di vivere tanto a lungo da potersi a loro volta riprodurre, causando l'estinzione della specie. Queste zanzare di nuova generazione sono state chiamate con il nome di OX513A. 
Luke Alphey
Il progetto prevedeva anche un sistema di controllo in modo che gli insetti, una volta terminato l'effetto 'Dengue', potessero tornare a riprodursi normalmente. Come? Rendendo questi insetti resistenti ad una molecola, la tetraciclina, vero e proprio antidoto. 
Ma la tetraciclina è un antibiotico estremamente diffuso nelle aree rurali perchè utilizzato in agricoltura.
 E', per questo, certo che ogni ambiente, compreso il grembo materno, contenga una certa quantità di questa molecola. Numerosi studi provano, inoltre, che l'interazione delle tetracicline con il rame, altro elemento chimico utilizzato in agricoltura, generi significativi danni al DNA.
Dunque, cosa è accaduto? Contrariamente a quanto dichiarato, la maggior parte di queste zanzare sopravvive ed è in grado di riprodursi svariate volte nell'arco della propria vita. Non è chiaro ciò che la puntura dell'insetto, così modificato, possa provocare. Secondo questo studio, la Oxytec ha liberato svariate migliaia di insetti modificati geneticamente e non esiste un monitoraggio riguardo agli effetti sulla salute. Una questione fondamentale è proprio la tetraciclina, descritto come 'interruttore' in presenza del quale gli insetti tornano a riprodursi regolarmente. Nel caso di ambienti contaminati da tetraciclina, come quelli rurali, le zanzare sviluppano una resistenza maggiore a quella prevista. Il presente studio afferma che uno studio confidenziale di Oxitec, divulgato attraverso alcune ONG, rivela che le larve di insetti geneticamente modificati alimentate con escrementi di gatto contaminati da tetraciclina, sviluppano una resistenza del 15%. Queste informazioni sono state occultate da Oxytec con il pretesto che si trattava di informazioni commerciali riservate.
La resistenza di queste zanzare e la capacità di riprodursi, inoltre, fa si che si creino in forma naturale nuove generazioni di insetti femmina (che pungono per potersi riprodurre) geneticamente modificati. La giustificazione di Oxytec secondo cui questi esperimenti non sono dannosi per gli esseri umani in quanto gli insetti liberati sono maschi e non pungono è, dunque, estremamente lacunosa e colpevolmente priva di quella necessaria capacità, caratteristica della scienza, di prevedere possibili scenari e trovare un valido antidoto prima di avviare un esperimento di tali proporzioni. Scenari che il prestigioso Istituto Max Planck aveva, invece, ipotizzato.
Secondo il presente studio, poi, la proteina sintetica tTA si trova in ogni cellula degli insetti geneticamente modificati e può essere presente nella saliva delle femmine. La tTA serve a fere in modo che il sistema responsabile dello sviluppo cellulare dell'insetto entri in collasso impedendogli di entrare nella fase adulta.  Oxitec afferma la tTA non si trova nella saliva degli insetti che sopravvivono ma non ha pubblicato alcuna prova o dato che comprovi tale affermazione. Potrebbe essere questa la causa delle malformazioni dei feti umani? Di fatto una malformazione è generata, appunto, da un sistema che entra in collasso e non produce affatto o produce cellule in eccesso.
Un ulteriore fattore di rischio e preoccupazione risiede anche nel fatto che oltre agli esseri umani, le zanzare tigre possono colpire anche gli animali o essere consumati da altre specie come pesci e insetti acquatici, provocando un effetto domino incontrollabile rispetto al tema della mutazione genetica.
In questa vicenda, prosegue il documento, sono stati violati tutti i principi espressi nel Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza e nella Convenzione sulla Diversità Biologica. Prima di essere avviato in Brasile, la mutazione genetica della Aedes aveva avuto una prima fase sperimentale alle Cayman che, oltre ad essere un paradiso fiscale, non prevedono alcun controllo e non hanno una legge sulla biosicurezza.
Un caso emblematico nel panorama dell'alterazione del sistema genetico delle specie viventi (animali e vegetali) che, ancora una volta, vede protagonista la miseria umana generata da arroganza e un malato e incontrollato desiderio di potere.