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sabato 7 giugno 2014

Glifosato: più di un milione di chili in 10 anni in Alto Paranà


Lo ha assicurato un professionista che prestava servizio nella multinazionale APSA denunciando l'applicazione di un cocktail potente di contaminanti vari. Viene usato nel corso dei primi tre anni di piantagione ed è un potente agrotossico che funziona come erbicida totale.


http://www.stopenlinea.com.ar/acipuerto/ver-nota.php?ati=10701
Julio Bernio
FONTE:http://www.misionesonline.net/noticias/03/10/2012/alto-parana-aplico-mas-de-un-millon-de-kilos-de-glifosato-en-diez-anos
http://www.centromandela.com/?p=3419
Traduzione: Chiara Madaro

L’ingegnere forestale Julio Bernio – docente presso la Facoltà di Scienze forestali, investigatore e dipendente APSA (ndr la più importante impresa forestale in Argentina e una delle più importanti in America Latina) ha denunciato che solo tra il 1996 e il 2006, l’Alto Paranà “ha distribuito un milione e otto mila chili di glifosato tra le sue piantagioni di pino a cui vanno sommati altri agrotossici che vengono utilizzati in un cocktail potente”.

Bernio, attraverso la sua impresa, ha prestato alla multinazionale servizio di investigazione e protocolli applicati alla ricerca. Ha smesso in seguito alla denuncia sull’uso di queste sostanze e per una decisione personale.

“Loro non acquisiscono agrotossici perchè hanno una società anonima propria che si chiama Bioforesta SA e integra il gruppo Arauca e forniscono se stessi. Senza dubbio oggi continuano ad utilizzare agrotossici infatti se si passa dalla strada Nazionale 12 dove ci sono piantagioni da 2 anni, si può vederne l’applicazione” ha detto il professionista a Radio Libertad di Posadas.

Descrive, inoltre, che l’Alto Paranà lo usa nella pre e post piantumazione ossia tra il primo e il terzo anno della pianta. Applicano un potente cocktail composto da diversi erbicidi, un pretrattante che forma una pellicola sul suolo, che uccide le piante appena i semi germogliano e un detergente da supporto”.

“Si deve. Inoltre, tenere conto della contaminazione diretta degli agrotossici giacchè si dissolvono in 200 litri di acqua per ettaro e il liquido viene preso da ruscelli e fonti. Si fanno almeno due applicazioni all’anno nei 15mila ettari con piantagioni che vanno da uno a tre anni”.

 

Proibito parlare di agrotossici

Bernio ha aggiunto che “nell’impresa veniva vietato di prnunciare la parola agrotossico e dovevamo riferirci agli stessi con il termine agrochimici. Non dobbiamo ingannarci, qui la questione passa per la salute della gente e il diritto che tutti abbiamo di fare un uso corretto delle risorse naturali, non possiamo fare ciò che vogliamo in uno, dieci o mille ettari”.

L’investigatore ha raccontato che la contaminazione “a Misiones si complica a causa delle piogge torrenziali e del suolo fratturato. La pioggia lava il suolo e va a finire nei ruscelli. L’80 per cento delle città della provincia si approvigionano dai ruscelli per poi rendere l’acqua potabile e gli agrotossici vanno a finire lì”. Bernio ha detto che nel 2006 “nel corso di un’udienza pubblica realizzata ad Eldorado dove APSA tentava di certificare le sue pratiche, abbiamo denunciato che l’Alto Paranà occultava informazioni. Dissi che utilizzavano un chilo e mezzo di Roundup per ettaro ma la risposta fu patetica: risposero che prima usavano due chili e mezzo”.

Disboscamento a Gruta India

L’ingegnere Bernio ha denunciato, inoltre, che l’Alto Paranà ha violato una delle leggi sulla conservazione dell’ambiente. “Ho potuto vedere e lo può vedere chiunque, che nella zona di Gruta India, esiste una violazione chiara della Legge dei Boschi Protettori. In apparenza è una proprietà che hanno comprato da terzi e vi crescevano dei pini. Ma hanno raso tutto al suolo. Non hanno lasciato su entrambe gli argini del torrente il doppio o triplo della sua larghezza in massa boschiva. Ciò che dico è assolutamente comprovato e le leggi ambientali sono chiare”.

 

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