Lo ha assicurato un professionista che prestava servizio nella
multinazionale APSA denunciando l'applicazione di un cocktail potente di
contaminanti vari. Viene usato nel corso dei primi tre anni di piantagione ed è
un potente agrotossico che funziona come erbicida totale.
FONTE:http://www.misionesonline.net/noticias/03/10/2012/alto-parana-aplico-mas-de-un-millon-de-kilos-de-glifosato-en-diez-anos
http://www.centromandela.com/?p=3419
Julio Bernio |
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Traduzione: Chiara Madaro
L’ingegnere forestale Julio
Bernio – docente presso la Facoltà di Scienze forestali, investigatore e
dipendente APSA (ndr la più importante impresa forestale in Argentina e una delle
più importanti in America Latina) ha denunciato che solo tra il 1996 e il 2006,
l’Alto Paranà “ha distribuito un milione e otto mila chili di glifosato tra le
sue piantagioni di pino a cui vanno sommati altri agrotossici che vengono
utilizzati in un cocktail potente”.
Bernio, attraverso la sua
impresa, ha prestato alla multinazionale servizio di investigazione e
protocolli applicati alla ricerca. Ha smesso in seguito alla denuncia sull’uso
di queste sostanze e per una decisione personale.
“Loro non acquisiscono agrotossici
perchè hanno una società anonima propria che si chiama Bioforesta SA e integra
il gruppo Arauca e forniscono se stessi. Senza dubbio oggi continuano ad
utilizzare agrotossici infatti se si passa dalla strada Nazionale 12 dove ci
sono piantagioni da 2 anni, si può vederne l’applicazione” ha detto il professionista
a Radio Libertad di Posadas.
Descrive, inoltre, che l’Alto
Paranà lo usa nella pre e post piantumazione ossia tra il primo e il terzo anno
della pianta. Applicano un potente cocktail composto da diversi erbicidi, un
pretrattante che forma una pellicola sul suolo, che uccide le piante appena i
semi germogliano e un detergente da supporto”.
“Si deve. Inoltre, tenere conto
della contaminazione diretta degli agrotossici giacchè si dissolvono in 200
litri di acqua per ettaro e il liquido viene preso da ruscelli e fonti. Si
fanno almeno due applicazioni all’anno nei 15mila ettari con piantagioni che
vanno da uno a tre anni”.
Proibito parlare di agrotossici
Bernio ha aggiunto che “nell’impresa
veniva vietato di prnunciare la parola agrotossico e dovevamo riferirci agli
stessi con il termine agrochimici. Non dobbiamo ingannarci, qui la questione
passa per la salute della gente e il diritto che tutti abbiamo di fare un uso
corretto delle risorse naturali, non possiamo fare ciò che vogliamo in uno,
dieci o mille ettari”.
L’investigatore ha raccontato che
la contaminazione “a Misiones si complica a causa delle piogge torrenziali e
del suolo fratturato. La pioggia lava il suolo e va a finire nei ruscelli. L’80
per cento delle città della provincia si approvigionano dai ruscelli per poi
rendere l’acqua potabile e gli agrotossici vanno a finire lì”. Bernio ha detto
che nel 2006 “nel corso di un’udienza pubblica realizzata ad Eldorado dove APSA
tentava di certificare le sue pratiche, abbiamo denunciato che l’Alto Paranà
occultava informazioni. Dissi che utilizzavano un chilo e mezzo di Roundup per
ettaro ma la risposta fu patetica: risposero che prima usavano due chili e
mezzo”.
Disboscamento a Gruta India
L’ingegnere Bernio ha denunciato,
inoltre, che l’Alto Paranà ha violato una delle leggi sulla conservazione dell’ambiente.
“Ho potuto vedere e lo può vedere chiunque, che nella zona di Gruta India,
esiste una violazione chiara della Legge dei Boschi Protettori. In apparenza è
una proprietà che hanno comprato da terzi e vi crescevano dei pini. Ma hanno
raso tutto al suolo. Non hanno lasciato su entrambe gli argini del torrente il
doppio o triplo della sua larghezza in massa boschiva. Ciò che dico è
assolutamente comprovato e le leggi ambientali sono chiare”.
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