Fonte:
![]() |
Manifestazione contro la Troika del 15 settembre 2012 a Lisbona |
* Que se Lixe a Troika: può essere tradotto “che la Troika vada al diavolo”; il movimento è nato in Portogallo attraverso i social network
Il movimento europeo ‘Que se Lixe a Troika’*, che riunisce attivisti da cinque paesi dell’Unione europea, hanno annunciato la realizzazione di una mobilitazione internazionale il prossimo 1° giugno. “A partire da questo sabato, la data del 1° giugno sarà divulgata in tutta Europa e tutte e tutti sono invitati ad unirsi in una protesta internazionale contro la Troika (Fmi, Banca Mondiale e Banca centrale europea) e contro l’austerità affinchè i popoli possano decidere delle proprie vite”, ha affermato il movimento in una nota divulgata questa mattina.
Nel corso di
una conferenza stampa realizzata allo scopo di pubblicizzare la manifestazione
erano presenti, tra gli altri, l’attivista scozzese Jonathon Shafi, il greco
Zois Pepes, il francese Miguel Segui e la spagnola Yolanda Picazo. Il 4 maggio
il movimento ‘Que se Lixe a Troika’ si riunirà in Portogallo con altre
organizzazioni della società civile in vista della partecipazione alla protesta
del 1° giugno che è inteso come ‘inclusivo e decentralizzato’, è stato detto.
Questa è la
traduzione integra del comunicato divulgato dal movimento:
“L’Europa si
trova sotto un violento attacco finanziario rappresentato dalla Troika (FMI,
BCE, CE) e dai successivi governi che applicano le politiche concertate con
queste entità nel disprezzo delle persone. Sappiamo che questa offensiva ha
l’obiettivo di colpire i popoli rendendoli schiavi del debito e dell’austerità.
Attraversa l’Europa e deve essere sconfitta da una lotta internazionale.
Ognuno di
noi, in ogni paese, in ogni città, in ogni casa, con le proprie specificità,
sente sulla propria pelle quei provvedimenti che annichiliscono i diritti
conquistati nel corso dei decenni, provvedimenti che aggravano la
disoccupazione, che privatizzano ogni cosa che possa procurare reddito e
condizionano la sovranità dei paesi sotto la propaganda dell’”aiuto esterno”. E’
urgente unire le nostre forze affinchè sia possibile combattere più
efficacemente tale attacco.
![]() |
Manifesto relativo alla manifestazione del 2 marzo |
L’appello che
lanciamo per una manifestazione internazionale decentralizzata è circolata tra
decine di movimenti in Spagna, Francia, Italia, Grecia, Cipro, Irlanda,
Inghilterra, Scozia, Germania, Slovenia... Nel corso della riunione di ieri, 26
aprile, a Lisbona, erano presenti compagne e compagni provenienti da vari paesi
d’Europa discutendo insieme questa proposta.
Così oggi confermiamo
a livello internazionale che saremo in piazza il prossimo 1° giugno: Popolo
unito contro la Troika!
Questo è l’inizio
di un processo che aspira ad essere decentralizzato, inclusivo e partecipato.
Vogliamo costruirlo collettivamente e unendo le nostre forze. A partire da
oggi la data del 1° giugno sarà diffusa su scala europea e tutti e tutte sono
invitati ad unirsi ad una protesta internazionale contro la troika e contro l’austerità...
affinchè siano i popoli a decidere della proprie vite.
Facciamo
appello a tutti i cittadini e le cittadine, con e senza partito, con e senza
impiego, con e senza speranza, affinchè si uniscano a noi. A tutte le
organizzazioni politiche, i movimenti civici, i sindacati, i partiti, la
collettività, i gruppi informali, chiediamo che si uniscano a noi.
![]() |
Immagini dall'alto della manifestazione del 15 settembre in Portogallo |
Vogliamo
continuare ad allargare i nostri contatti nazionali e internazionali perchè
siamo coscienti che sarà la somma delle nostre voci che potrà frenare la nuova
onda di austerità che si sta preparando. I popoli europei dimostreranno in vari
momenti la propria mancanza di disponibilità rispetto ad ulteriori sacrifici in
nome di un futuro che mai arriverà. Per questo pensiamo che sia arrivata l’ora
di una grande dimostrazione della capacità di questo popolo di coordinarsi nella
lotta e nel rifiuto di queste politiche.
Dal nord al
sud Europa, occupiamo le piazze contro l’austerità!”.