Il suono dell'universo.

mercoledì 5 settembre 2012

Vendola sulle prospezioni in Puglia: "Non si può toccare il fondo"

Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola

Post: Non si può toccare il fondo…

Autore: redazione http://www.nichivendola.it/
 
Pubblichiamo la lettera che Nichi Vendola ha inviato ai Segretari di Partito Angelino Alfano, Pierluigi Bersani, Pier Ferdinando Casini, Antonio Di Pietro e Gianfranco Fini, riguardo alle possibili prospezioni nel mare di Puglia.

“Gentili Onorevoli,
mi rivolgo a voi a nome di tutti i pugliesi, per esprimervi un desiderio che è comune a tutte le forze politiche e a tutti i cittadini della mia regione: noi non vogliamo che il nostro mare venga oltraggiato dalla presenza opaca e inquinante di interessi legati alle lobbies del petrolio, noi non vogliamo né oggi le prospezioni geofisiche sui fondali adriatici né domani le trivelle con il loro impatto devastante. Le Isole Tremiti sono una gemma del nostro Mediterraneo, il mare è la nostra principale ricchezza, la biodiversità è il nostro petrolio intelligente e pulito, il turismo e la pesca sono tra le nostre più importanti vocazioni. Chiedo a voi, per la responsabilità che vi compete, di assecondare una iniziativa parlamentare che inibisca e fermi la catena delle autorizzazioni alla ricerca di un greggio che noi non desideriamo e che consideriamo una minaccia. Siamo la regione che contribuisce in maniera più cospicua al sostentamento energetico dell’intero sistema Paese, siamo diventati i primi produttori nazionali di energia da fonte rinnovabili: e quindi la Puglia non è la regione dei “no” ideologici e preconcetti. Ma il petrolio proprio no, è una tentazione volgare di chi pensa che la natura sia solo una immensa discarica o una miniera da cui estrarre ricchezza con svagata irresponsabilità. Occorre che questo nostro desiderio, in cui si riconosce l’intera società pugliese, e che è scientificamente ed economicamente fondato e argomentato, possa varcare la soglia della massima assemblea legislativa. Noi non siamo affetti dalla sindrome del “non nel mio giardino”: vorremmo semplicemente trasferire alle future generazioni l’azzurro e il verde del nostro mare, la straordinaria ricchezza dei nostri eco-sistemi, l’incanto di un’isola che oggi è un’oasi di pace e ci chiede solo rispetto e amore”.
Nichi Vendola

Foto: http://www.flaipuglia.it

martedì 4 settembre 2012

Brasile: carente come modello di sostenibilità per una leadership globale


Da Correio do Brasil
Secondo la Prof.ssa Flàvia Barros, dell’Istituto per le Relazioni Internazionali dell’Università di Brasilia il Brasile ha cmpiuto dei passi avanti in occasione di Rio+20 a giugno 2012  con il suo patrimonio di questioni sociali e ambientali. Ma non ha ancora lo status sufficiente per assumere un ruolo di primo piano nella governance dello sviluppo sostenibile.

Secondo la ricercatrice, l’approvazione del nuovo Codice Forestale mostra l’incapacità del Brasile rispetto alla gestione di tali questioni.

Secondo Ana Flavia, il mondo ha bisogno di un nuovo accordo per il consenso globale perchè attualmente i negoziati non avvengono solo nella sfera pubblica. “C’è un dislocamento delle negoziazioni che va dal pubblico al privato. E’ impotante che lo Stato negozi con entità non pubbliche e sappia convivere con attori diversi” afferma la professoressa che questa settimana ha partecipato al Congresso Brasiliano su diritto ambientale a San Paolo.  

La ricercatrice difende una governance globale ‘senza multilateralismo effettivo’ e con ‘un forte policentrismo legale’. Spiega:”Multilateralismo significa che il riflesso delle crisi fa si che le potenze occidentali tradizionali smettano di essre forti nelle questioni economiche in quanto lasciano spazio libero alle emergenti potenze mentre dovrebbero esigere una riforma del multilateralismo” citando con ciò la critica diffusa sulla mancanza di efficacia del sistema delle Nazioni Unite. Per quanto riguarda il ‘policentrismo legale’ la ricercatrice ci mette in guardia a proposito dell’insorgere di ‘nuovi produttori di norme’, soparttutto in ambito regionale, come accade per il Mercosul o l’Unasur, Unione delle nazioni sudamericane e alcune alleanze europee e che non stanno assumendo un ruolo di leadership necessario per una governance efficace.   

La Cina invece suscita paura e sentimenti negativi. La dottrina cinese chiede pacificamente di assumere un ruolo crescente perchè è già una potenza mondiale. L’India non riesce ad assumere una funzione di leader perchè non possiede un capitale istituzionale adeguato.. Anche il Brasile non può perchè non è un modello per lo sviluppo sostenibile. Nonostante i punti di forza, il Brasile non ha ancora lo status di leader sebbene abbia presiedeuto ad una riunione così importante come quella di Rio +20.

Rio +20 è finito con punti di vista pessimistici e ottimistici ma con una certezza: l’agenda socio ambientale non ha leader definiti nei prossimi anni. Secondo Ana Flàvia i problemi derivanti dalla mancanza di governance  derivano dal fatto che le istituzioni non stiano funzionando bene soprattutto a livello delle Nazioni Unite. Inoltre vi è una riorganizzazione del potere con la guida di alcuni Stati nel ruolo di ‘assi’ come Brasile e Argentina in America meridionale e Francia e Germania in Europa. Ancora dieci anni a l’accordo sarà fatto.

La grande sfida è costituita dalla leadership nell’ingegneria legislativa, nella fiducia e nella costruzione di consenso. Ma al momento non c’è fiducia e questo spiega i risultati limitati di Rio +20. La proliferazione di trattati, alcuni in quanto strumenti giuridici, non saranno applicati se il contesto non consentirà l’impegno di attori statali e non statali – conclude la ricercatrice.

Traduzione : Chiara Madaro
 

 

lunedì 3 settembre 2012

Esplorazioni petrolifere alle Tremiti

di Chiara Madaro

Il 6 settembre ci sarà una manifestazione nella sala consiliare del Comune di Termoli in seguito ai permessi di esplorazione sismica concessi dal ministro Clini nell'area marina protetta delle Tremiti, Puglia. I permessi arrivano come un fulmine a ciel sereno ad un anno dalla fine delle contestazioni da parte della società civile e delle amministrazioni locali e regionali delle regioni tirreniche limitrofe.
La manifestazione inizierà alle ore 11.00 e alla presenza dei sindaci delle isole Tremiti, Antonio Fentini e di Termoli, Michele Basso Antoni di Brino.
Qui di seguito riporto la traduzione di quanto è possibile leggere sul sito di Petroceltic

http://www.petroceltic.com/ la compagnia interessata al petrolio italiano.



Interessi di Petroceltic in Italia
L’Italia è il terzo paese produttore di petrolio e gas nell’Europa occidentale. Esistono prove che attestano l’esistenza di riserve superiori a 622 mila barili di petrolio greggio e 8 TFC di gas (226 miliardi di metri cubi). Negli ultimi anni c’è stato un crescente interesse rispetto alle risorse energetiche esistenti in Italia e un gran numero di compagnie sono state attratte verso quest’area del Mediterraneo.  

Essendo  grandi importatori di idrocarburi, c’è l’interesse a creare un vasto mercato per la produzione di gas sul territorio nazionale. Inoltre l’Italia è vista da molti come un probabile polo per l’importazione di gas in Europa. Lo sviluppo di una serie di tubazioni che collega l’Italia ai produttori di gas più importanti come la Libia e l’Algeria e lo sviluppo di nuovi terminali GNL potrà dare sicurezza sulla capacità dell’Italia di svolgere questo ruolo.

Petroceltic ha una  forte presenza in Italia dal 2005. Attualmente possiede 4 permessi nella valle ovest del Po (3 dei quali operativi) e 4 permessi nell’area centrale dell’Adriatico (3 dei quali operativi dei quali uno in funzione e gli altri non funzionanti per cause di forza maggiore). Il Portfolio contiene anche 6 applicazioni offshore (5 nell’Adriatico centrale e 1 nel Canale di Sicilia).

Recenti commenti da parte del Ministro dell’Industria Corrado Passera indicano che il governo tecnico sta sviluppando una Strategia Energetica Nazionale che aspira a raddoppiare la produzione domestica di idrocarburi in tempi brevi. Per questo il governo italiano riconosce di dover allineare il sistema normativo agli standard europei e che i tempi per ottenere le autorizzazioni devono essere ridotti. E’ chiaro che la visione del nuovo governo italiano nel settore dell’upstream rappresenta una chiave potenziale per l’occupazione, la crescita e lo sviluppo. Petroceltic accoglie con favore questo cambiamento di approccio alla questione e crede che ciò darà impulso allo sviluppo e alla crescita del nostro portfolio italiano.

Decreto Legislativo 128/10 e Decreto 83/2012

Incidente nella piattaforma petrolifera di Macondo, Messico
In reazione all’incidente di Macondo nel Golfo del Messico, è stato emanato il Decreto Legislativo 128/10 allo scopo di modificare il Codice Ambientale Italiano entrato in vigore il 26 agosto 2010. Il decreto vietava qualsiasi forma di offshore E&P (Exploration and Production) collegate al petrolio entro 5 miglia nautiche dalla linea costiera e tutte le attività di offshore E&P entro 12 miglia nautiche per le aree marine o costiere protette.  Il Decreto non ha alcun impatto sulle licenze onshore della Petroceltic ma invece impatta su una parte del portfolio offshore della Compagnia. Il Decreto 128/2010 è attualmente in procinto di essere modificato dal Decreto Legislativo 83/2012 (il Decreto Sviluppo) che è stato pubblicato il 26 giugno 2012 sulla Gazzetta Ufficiale. Anche se il DL 83/2012 entra in vigore con immediata applicazione, richiede una ratifica formale da parte del Parlamento italiano entro 60 giorni ed entro questo periodo può essere modificato.


Scavi attuali in Adriatico
Sotto il DL 83/2012 la restrizione applicabile all’esplorazione offshore e alle attività produttive sotto il DLGS 128/2010 verrà ora applicata alle attività fino alle 12 miglia al largo della linea costiera italiana. Il Decreto impone anche un incremento del 3% delle royalty pagabili dai produttori di petrolio e gas offshore. I proventi di queste royalty addizionali renderanno possibile per il Ministero dell’Ambiente e per il Ministero dello sviluppo economico a sostenere il monitoraggio e l’applicazione della protezione dell’ambiente marino e la supervisione per la sicurezza ambientale e delle attività produttive costiere in Italia.

Inoltre il Decreto chiarisce l’applicazione di alcune restrizioni imposte dal DLGS 128/2010. In particolare si afferma che i provvedimenti non verranno più applicati a:

-       Richieste per le concessioni produttive che erano in corso di revisione nel momento in cui  il Decreto Legislativo 128/2010 è andato in vigore compresi i procedimenti connessi o successivi

-       Eventuali titoli, comprese le licenze che erano già state rilasciate prima che il DGLS 128/2010 entrasse in vigore

-       Qualsiasi procedimento connesso a tali titoli anche successivamente comprese le possibili estensioni degli stessi

-       Petroceltic Italia S.R.L. detiene un certo numero di interessi già esistenti precedentemente al DGLS 128/2010.

Questi interessi includono la licenza BR268 che riguarda la regione dell’Elsa in Abruzzo. Petroceltic lamenta i ritardi imposti dal DL 128/2010 e al fine di proteggere il valore economico del permesso, ha presentato un reclamo contro il rifiuto del Ministero dell’Ambiente rispetto all’applicazione della valutazione ambientale basata sul DL 128/2010. Il Ministro dello sviluppo economico ha garantito a Petroceltic un’ulteriore sospensione fino al momento in cui le rivendicazioni non saranno risolte. E’ chiaro che una volta approvato il DL 83/2012 potrà impattare sullo stato del progetto Elsa.

Nell’Adriatico centrale al largo di Abruzzo e Umbria, Petroceltic ha invece già ottenuto i permessi necessari con il BR270.EL e il BR271.EL. Altri permessi in Adriatico sono :d494B.R-EL, d495B.R-EL, d496B.R-EL, d499B.R-EL, d500B.R-EL, d505B.R-EL, d507B.R-EL.

Situazione tormentata nel canale di Sicilia dove Petroceltic ha quattro permessi. Ma Il Ministero ha respinto la domanda d346C.R-EL e per questo la Compagnia ha depositato un ricorso contro il ministero in ottobre 2011. Anche ENI, partner operativo di Petroceltic, ha ricevuto una lettera di rifiuto da parte del Ministero ed è in procinto di presentare ricorso.

Infine Petroceltic ha anche ha un permesso esclusivo nel Golfo di Taranto al largo della Calabria e situata lungo la Val d’Agri.

Questa zona è stata la più colpita dal Decreto in quanto il permesso di applicazione d151D.R-EL si trova interamente all’interno di aree protette e per questo il Ministero ha respinto i permessi. Ma a partire da ottobre 2011 la società ha depositato un ricorso contro la decisione di rigetto.
traduzione: Chiara Madaro