Il suono dell'universo.

giovedì 31 ottobre 2013

Tap: prospezioni illegali a insaputa di ARPA




Le prospezioni che Tap ha eseguito al largo di San Foca dal 24 dicembre 2012 al 28 febbraio 2013 in assenza di Arpa, sono illegittime. Cliccando sul link qui sotto, il racconto dell'avvenuto da Telerama

http://www.youtube.com/watch?v=dbPf4xyrCc0

lunedì 28 ottobre 2013

Tap: il fronte del no

di Chiara Madaro

pubblicato su:
 
Comitati, assemblee cittadine, manifestazioni, contestazioni, sit-in, ricorsi. La notizia che il progetto internazionale Trans Adriatic Pipeline (Tap), approderà sulle coste salentine provoca reazioni risolute e indignate. E’ la lotta impari di un popolo contro un megaprogetto internazionale, delle energie alternative contro la cultura degli idrocarburi, di un’economia sostenibile, democratica e in forte crescita contro una finanza arrogante e decadente.

“E’ incomprensibile - dice il sindaco di Melendugno Marco Potì – la scelta dell’approdo del tubo è ricaduta in un’area che sta tra l’Oasi protetta delle Cesine e il Parco archeologico di Roca. Forse è stata fatta da qualche tecnico norvegese che non sa cos’è Roca e cosa sono i nostri territori”, continua Potì.

Ma di cosa si tratta? Il tubo in questione si snoderebbe per circa 900Km e porterebbe gas estratto dall’Azerbaigian al nord Europa attraversando Turchia, Grecia, Albania e Mare Adriatico. Il nostro paese sarebbe solo un punto di passaggio.

Il tratto off shore ricadrebbe al largo delle coste salentine e si prolungherebbe per 45Km fino ad emergere su un rinomato tratto di costa sabbioso, attraversare un bosco di macchia mediterranea e arrivare ad una centrale di depressurizzazione che occuperebbe un’area di 12 ettari per poi proseguire il suo cammino fino a Mesagne e allacciarsi alla centrale di Snam Rete Gas.

Il tubo avrebbe un diametro di tre metri e, una volta approdato sulla terraferma dovrebbe essere accompagnato da una fascia di asservimento spessa 20metri per lato. Il terminale di ricezione, dotato di tre ciminiere, sarebbe, invece, circondato da una distesa di 9 ettari di cemento armato a causa dei rischi di esplosione.

“Per far posto all’opera – dice la giornalista Maria Grazia Fasiello – si dovrebbe passare sulle proprietà di 130 persone che al 10 settembre, giorno in cui Tap ha presentato l’ultimo progetto, non erano state avvisate. Lo hanno saputo da me quando ho telefonato per un’intervista”.

Proprietari terrieri e aziende di pregio che contribuiscono a fare del Salento un brand di successo in crescita e che sulla terra basano la propria economia.

 “La cosa che ancora mi fa venire i brividi – dice il vicesindaco di Castrì Andrea De Pascali - è che anche noi amministratori locali siamo venuti a conoscenza della cosa dalla stampa, nessuno era stato avvisato o coinvolto da parte degli organi centrali. Questi progetti non possono passare sopra l’informazione della gente”.

Eppure così è stato malgrado il fatto che la zona di cui si parla sia densamente popolata: ricade nel territorio del Comune di Melendugno ma dista pochi kilometri anche da Castrì, Vernole e Calimera – più di quelli che per l’On. Giovanardi sono ‘5 gatti stesi al sole per due mesi l’anno’ - e che si interrogano sulle conseguenze sociali ed ambientali che danneggerebbero le popolazioni salentine.

Preoccupazioni affatto immotivate se si pensa che solo nel 2013 gli incidenti che hanno interessato gli impianti di idrocarburi in tutto il mondo sono stati nell’ordine delle centinaia. I paesi più sviluppati non ne sono immuni.

Dai cattivi funzionamenti dei compressori alle frane, dai naturali movimenti della Terra alla corrosione delle tubature. Le cause degli incidenti devastanti che coinvolgono le pipeline di tutto il mondo sono innumerevoli. Non si parla solo di esplosioni ma anche di perdite di gas secco e liquido che comportano la contaminazione di vaste aree e l’evacuazione di interi centri urbani. Solo negli Stati Uniti si contano a decine gli episodi che, ogni anno, costringono le amministrazioni a fare i conti con le cause di una cattiva risposta alla fame di energia delle nostre società. In genere non è possibile fermare in tempi rapidi il rilascio dei tanti e dannosi elementi chimici contenuti negli idrocarburi in seguito ad un incidente a causa dell’impossibilità per l’uomo di avvicinarsi alle aree contaminate. Non è possibile nemmeno conoscere con esattezza la tipologia dei contaminanti che vengono sversati nelle aree circostanti una pipeline o, peggio, una centrale.

Ma gli incidenti eclatanti non sono gli unici responsabili delle contaminazioni ambientali e delle specie viventi. Secondo uno studio della Prof.ssa D’Orsogna, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Matematiche della prestigiosa Università della California: “Tutte le operazioni di trattamento dei prodotti petroliferi, a qualsiasi livello, hanno la possibilità di emettere quantità più o meno abbondanti di idrogeno solforato, sia sottoforma di disastri accidentali, sia sottoforma di un continuo rilascio all’ambiente durante le fasi di estrazione, stoccaggio, lavorazione e trasporto (…)”. Uno stillicidio capace di innescare effetti irreversibili.

Sebbene i danni alla popolazione vengano in genere sminuiti dalle autorità competenti e il numero delle vittime circoscritto a chi si trovi nelle vicinanze di un’esplosione o una fuga di gas, la scienza, oggi, svolge studi epidemiologici e sperimentazioni cliniche con carattere di evidenza che documentano i gravi danni alla salute che a breve e lungo termine ricadono sulle popolazioni che vivono in aree in cui si registra la presenza di impianti a gas.

Si tratta di studi relativamente recenti e poco divulgati alle masse ma concordi sui risultati. Sotto accusa in particolare l’idrogeno solforato, in competizione nel nostro organismo con l’ossigeno al punto da creare nei tessuti un deficit nella respirazione cellulare. Ma ci sono anche il diossido d’azoto, la materia particolata, idrocarburi aromatici polinucleari ecc. Tonnellate di componenti tossiche volatili che una volta a contatto con altre componenti (ad esempio l’acqua) provocano misture letali. Affaticamento, depressione, perdita di memoria e del senso dell’equilibrio, problemi di insonnia, ansia, torpore letargico, difficoltà nelle capacità di problem-solving, tremori, svenimenti, e disturbi all’udito, al naso e alla gola. Questi i sintomi più comuni. Anche a basse dosi i componenti chimici contenuti negli idrocarburi danneggiano il Dna provocando malformazioni congenite gravi e uccidendo i neuroni del cervello. Secondo il Dott.Neil Carman, ex funzionario del Texas per l’ambiente e direttore del Lone Star Chapter per l’aria pulita del Sierra Club, la più antica ed importante organizzazione ambientale negli Stati Uniti, “(…)grazie al peso delle lobby dell'industria del petrolio e del gas, questo famigerato ‘ladro di cervello’ non è nemmeno elencato come un pericoloso inquinante dell'aria dall'Environmental Protection Agency, (Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente)”.

Ma per la Commissione americana sugli effetti medici e biologici degli inquinanti ambientali, le conseguenze di queste sostanze provocano danni - anche letali - a breve termine per le elevate concentrazioni e a lungo termine al sistema nervoso, alla vista, al sistema respiratorio ecc. La crescente presenza di tali sostanze nell’ambiente, infatti, coinvolge in particolare bambini e donne in gravidanza in quanto hanno maggiori capacità di bioaccumulo ed ha effetti sul feto trasferibili alle generazioni successive, se sopravvivono. Esistono, infatti, anche dati riguardanti modificazioni del Dna e dell’Rna e instabilità genomica indotte da quantità di inquinanti anche inferiori rispetto a quelle consentite dalla legge con effetti irreversibili.

In Salento a dar voce alle preoccupazioni della gente, il Dott.Giuseppe Serravezza, presidente di Lilt Lecce, che si schiera contro la realizzazione dell’impianto e dice: “Il rigore sulle emissioni è prioritario in Puglia e nel Salento, ulteriori fonti di emissione ambientale rappresenterebbero, e di fatto lo sono, rischi aggiuntivi per zone che hanno abbondantemente oltrepassato i limiti di legge e di sostenibilità”. “La salute e la qualità della vita delle persone e del territorio - dice ancora - sono prioritarie e non negoziabili con azioni di mitigazione, di compensazione economica o di monitoraggio; come se monetizzare i rischi, osservarli e intervenire a posteriori fossero azioni etiche e rispettose della dignità dei destinatari. La logica del mercato non si applica alla Vita che è un bene superiore e sacro”.

Secondo Lilt Lecce è fondamentale sensibilizzare e coinvolgere la popolazione perché i danni provocati dal tipo di emissione di questi mega progetti sono subdoli in quanto colpiscono irrimediabilmente anche il sistema endocrino che regola gran parte di ciò che accade nel corpo umano.

Un problema talmente eclatante che anche il Parlamento europeo ha sentito l’esigenza di avviare studi e misure di prevenzione. In un recente documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Programma Ambiente dell’Onu si parla di un aumento esponenziale non solo dei casi di tumore ma anche diabete, sviluppo neurologico e quindi autismo, deficit dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD). Certo condurre studi in questo ambito è difficile; è pressoché impossibile stabilire con precisione in che modo un interferente endocrino modifichi il funzionamento dell’organismo anche perché la stessa conoscenza del funzionamento del sistema endocrino è ancora limitata e poi perché le interazioni tra interferenti ed altre componenti chimiche sono innumerevoli e anch’esse sconosciute. Ma per il Parlamento europeo il fatto che la scienza ci dia conoscenze incomplete, “non può  costituire un pretesto per l’inazione, giacchè sono troppo grandi i rischi di danni irreversibili agli esseri umani e all’ambiente”.

La dott.ssa Theo Colborn, presidente di Tedx, Endocrine disruption exchange e Professore Emerito presso l’Università della Florida, racconta che già nei primi anni ’90 la scienza aveva rivelato che i protocolli tradizionali in uso per i test tossicologici relativi agli elementi chimici allo scopo di determinarne la sicurezza rispetto alla salute degli esseri viventi, avevano completamente perso di vista una vasta gamma di elementi chimici che penetrano il grembo materno ed interferiscono con la costruzione e programmazione degli animali in via di sviluppo, compresi gli esseri umani. Tra questi, componenti degli idrocarburi.

“Da quel momento - dice Colborne - sono state accumulate prove schiaccianti indicanti che la presenza di quantità infinitesimali di alcune sostanze chimiche che si accumulano nell’organismo nel corso delle continue fasi di sviluppo che si alternano prima della nascita, possono alterare il fenotipo ereditato come, ad esempio, la capacità di apprendere, amare, di elaborare informazioni, riprodursi e anche mantenere un peso corporeo normale. (…) L’equilibrio del sistema endocrino – continua - è così finemente bilanciato che l’ambiente del grembo materno dipende da cambiamenti delle concentrazioni di ormoni equivalenti ad un trilione di grammo. In termini temporali, questa quantità equivale ad un secondo in 3.169 secoli”.

Sviluppo gonadico abnorme, infertilità, ADHD, autismo, diabete, disturbi della tiroide tumori infantili e in età adulta, sono disordini che hanno subito un aumento in prevalenza negli ultimi anni e che oggi vengono collegati alle esposizioni con cui viene a contatto il feto. L’aumento di questi disturbi è stato segnalato in vari paesi dell’emisfero settentrionale e costituisce un problema di proporzioni globali.

A livello popolare i costi vanno nell’ordine dei miliardi di dollari di perdite annuali anche per uno solo tra questi disordini. “I distruttori endocrini – lamenta Colborn - sono diventati una parte integrante della nostra economia e del nostro stile di vita ma nel frattempo stanno insidiosamente affliggendo la salute e l’intelligenza degli individui su scala globale”.

Deboli, quindi, le ragioni delle reazioni di Tap innescate dalle dichiarazioni di Serravezza accusato di “apodittica contrarietà alla realizzazione di qualsiasi attività economica” minacciando di ricorrere alle vie legali per arginare la diffusione di quelle che vengono definite inesattezze riguardo al progetto e di mancanza di prove scientifiche.

Accuse fragili da parte di chi è egli stesso latore di numerose inesattezze. Lo scorso luglio, infatti, il Country manager italiano di Tap Giampaolo Russo in commissione esteri del Senato parla di coinvolgimento delle popolazioni in atto, di accordi di massima e afferma: “Grazie al gasdotto Tap forniremo maggiore sicurezza negli approvvigionamenti energetici per l’Italia e garantiremo a livello locale, benefici in termini di crescita economica e creazione di posti di lavoro insieme a una piena tutela dell’ecosistema”.

 “Questo significa essere bugiardi e scorretti – tuona il sindaco Potì – in Consiglio comunale per ben due volte abbiamo votato contro all’unanimità. Inoltre questo gas non è per l’Italia e poi di quali posti di lavoro sta parlando? Di tre custodi e 10 ingegneri norvegesi? Solo quest’estate il settore turistico ha registrato 3660 posti in più”.

E’ altra l’idea di sviluppo virtuoso per il Salento, non a caso eletto ‘Territorio dell’anno 2013’ e capace di superare di gran lunga la mitica Sardegna: turismo, cultura ma anche energia alternativa nella terra del mare, del sole e del vento. “Fonti rinnovabili significa democrazia – dice l’Ing.Antonio De Giorgi del direttivo di Italia Nostra Sud – ma negli ultimi anni abbiamo perso posti per 100mila persone che lavoravano nel fotovoltaico. Le nostre aziende - puntualizza – erano il fiore all’occhiello nella produzione internazionale e sono dovute andare all’estero perché il Governo un paio d’anni fa ha azzerato il fotovoltaico con marchingegni legislativi”.

Storie di ordinaria follia per il nostro paese che oggi si trova a fare accordi con un dittatore invece di puntare sull’autonomia energetica garantita da fotovoltaico e minieolico. Ma già: le rinnovabili non sono sufficienti. “Chi dice queste cose in pubblico spacciandosi per esperto dovrebbe vergognarsi perché non è vero – dice ancora l’Ingegnere – con le rinnovabili l’energia diventa un bene comune, possiamo essere autosufficienti, sono il modello verso cui stiamo andando; possiamo decidere se essere protagonisti del cambiamento”.

Non solo uno spreco, non solo un danno, la Tap. I motivi del ‘no’ non finiscono qui. “E’ un no convinto e molto documentato - dice Gianluca Maggiore, portavoce del Comitato No-Tap – quest’opera è un’enorme speculazione. Come cittadini abbiamo il diritto di difendere il nostro territorio e anche che non venga sprecato denaro pubblico”. E approfondisce: “Ci sono già stati investimenti pubblici: Tap ha preso un centinaio di milioni di euro nell’ambito del cosiddetto Corridoio Sud. E così è stato anche per Poseidon, Sep e Nabucco. In totale la fase di progettazione e ingegnerizzazione è costata alle tasche degli europei 400milioni di euro”. E non è tutto perché dalla centrale in progetto per Melendugno il tubo dovrà ricollegarsi alla Rete Snam di Mesagne. “Questo tratto non ha ancora un progetto – spiega il sindaco Potì – non si sa da dove passerebbe. Ma quel tratto verrebbe pagato prendendo una quota dalle nostre bollette. Altro che risparmio, ci sarebbe un aumento”.

E tutto per un progetto che servirà ad insufflare gas al nord Europa e che farà del nostro paese un punto di passaggio. “Questo gas non è per l’Italia – dice Gianluca Maggiore – in realtà noi veicoliamo già il doppio del gas che consumiamo. Noi del comitato collaboriamo anche con il Comitato No Tubo perché questa è la battaglia  di una nazione contro un’opera inutile, senza dubbio”.

“Sono stupri al territorio – dice Serravezza – la cosa che mi fa rabbia è che questa gente crede che siamo un popolo prezzolato pronto a vendersi, nel resto del mondo occidentale nessuno speculatore va a proporre scempiaggini simili!”.

Eppure se qui accade un motivo c’è. Molti senatori pugliesi hanno votato a favore del gasdotto a riprova di una politica immatura. “Anche se senza logica non ci stupisce che molti senatori pugliesi abbiano votato in favore di Tap – afferma in un comunicato il Comitato No-Tap – un po’ per la distanza di queste persone dai problemi reali del paese, un po’ per la pratica che hanno gli uomini di Tap delle stanze del potere”.

Secondo il Comitato non sarebbe stato possibile dare approvazioni ad un progetto che è stato bocciato una prima volta, che attualmente è in via di valutazione e che verrà nuovamente bocciato perché lacunoso e mancante di documentazione essenziale. “La nostra opinione – dicono i No-Tap – è che si stia cercando di ratificare un accordo al buio per misteriosi vantaggi a favore non si sa bene di chi”.

 

sabato 26 ottobre 2013

Tap avvia nuove prospezioni dopo aver già presentato il progetto definitivo.

Comitato No Tap - "Apprendiamo dagli organi di stampa che TAP si accinge ad effettuare nuove prospezioni a terra, nello specifico "indagini archeologiche e topografiche per la rilevazione di muretti a secco ed ulivi".
Vi ricordo che queste indagini sono già state effettuate e sono presenti nel progetto presentato in Ministero, in particolare nell'appendice 4"documento di valutazione archeologica".
Ci chiediamo se il progetto presentato il 10 settembre è completo ed affidabile, e se la valutazione che stanno facendo le popolazioni e gli enti interessati da quest'opera non siano falsati da "correzioni in corsa".
Il comitato chiede di valutare il progetto nella sua completezza e valuta il rifacimento dello studio archeologico, del conteggio dei muretti a secco e degli ulivi monumentali una grave mancanza.
Cordiali Saluti". 

mercoledì 23 ottobre 2013

Perché il comitato NO TAP dice no al gasdotto e ritiene l'opera INUTILE

Leggiamo sulla stampa dell'ipotesi Cerano come approdo al gasdotto,vogliamo intervenire per chiarire i motivi del no del Comitato al gasdotto in modo da fugare qualsiasi dubbio,prima di qualsiasi esternazione che ci mette in gioco in proposte che non ci competono,del resto ne sentiamo di cotte e di crude tra cui il country manager TAP che in audizione al Senato dice”che il comitato non ha mai detto che il TAP è un opera impattante”...e bene si il Comitato NO TAP è un comitato di ben venuto,mica è nato per contestare l'inadeguatezza dell'opera.
Partiamo dalle basi di quest'opera,la necessità,la diversificazione delle fonti e il mercato:
Bene quest'opera è nata più di 10 anni fa con il corridoio sud su previsioni di consumi mai raggiunte anzi negli ultimi 5 anni in calo del 20%(fonte SNAM) quindi la necessità,visto che in Italia vengono veicolati 120 miliardi di m³ di gas e consumati a stento 70 viene a decadere.
Se poi si vuole considerare la diversificazione delle fonti e bene sapere che in Italia si veicola gas dalla Libia,Algeria,Qatar oltre quello Russo e proprio per questo il prezzo del gas al netto della tassazione è allineato a quello di Germania e Francia(fonte Paolo Scaroni AD ENI),ma allora a che cosa serve il gasdotto TAP?
A creare profitto per una società composta da anonimi cittadini con sede in un paese che non fa parte della comunità Europea esattamente con la sede in Lindenstrasse 2 6340 Baar(Svizzera).
Questi sono i presupposti per dare a TAP la possibilità di gestire gli enormi guadagni derivati dal trasporto del gas Azero?
Secondo noi no,ed è per questo che riteniamo il gasdotto TAP INUTILE e inappropriata la ratifica dell'accordo trilaterale Italia-Albania-Grecia a cui hanno partecipato anche molti parlamentari Pugliesi che noi ritenevamo nelle condizioni di una valutazione seria e imparziale.
Quindi messo per inciso l'inutilità dell'opera entriamo nell'impatto sul territorio,per noi è inutile parlare di alternative a San Foca,primo per i motivi su detti e secondo perché nelle documentazione presentata in ministero le alternative sono trattate in maniera assolutamente superficiale e non ci sentiamo in base a questa documentazione ufficiale di poter pesare l'impatto su un altro punto d'approdo,o come dice qualcuno il”meno peggio”fra i vari punti d'approdo di cui si ciarla.
Quindi da quello che ci passa TAP per valutare il progetto possiamo dire senza timore di smentita che l'area interessata dall'approdo sembra lontana dalle località italiane e internazionali interessate da opere del genere,possiamo anche dire che il progetto lascia molti punti interrogativi,più di quanti cerca di risolverne,e sopratutto non ci sembra che ci sia stato nessun miglioramento rispetto al primo già sonoramente bocciato da chi di dovere.
Quindi il nostro parere è che l'opera è inutile,il progetto è a nostro avviso è ambientalmente incompatibile e impattante nelle aree prese in considerazione dal progetto.
In più c'è da chiarire chi effettivamente pagherà il tratto che da Melendugno dovrà portare il gas a Minerbio(bo),e questo doveva essere un quesito che si dovevano porre i Senatori che hanno votato”si”alla ratifica,non vorremmo che quest'ennesima opera inutile pesi sulle spalle dei consumatori italiani,per il bene dell'Europa e i guadagni Svizzeri.

Comitato NO TAP

lunedì 21 ottobre 2013

Il delitto delle ‘stragi consapevoli’ e gli idrocarburi.


Di Chiara Madaro

Mentre si diffonde la notizia dell'inizio dei lavori di bonifica e che saranno necessari almeno 100 anni perché a Taranto la situazione si normalizzi rispetto all'inquinamento indotto dall'Italsider, in Salento imperversa la battaglia contro Tap.
E vengono in mente le 713 pagine della recente sentenza sul caso Eternit in cui i giudici parlano di ‘strage consapevole’ da parte di chi gestiva l’impianto e di cinismo perché, malgrado fossero ormai chiari gli aspetti nocivi dell’amianto,  ci fu un tentativo di minimizzare gli stessi allo scopo di continuare la produzione. La portata di quei comportamenti fu di tale straordinaria portata che ancora oggi il pericolo prosegue; l’amianto si trova oggi in scuole e ospedali e le bonifiche comportano costi elevati e rischi.

Temi che hanno molto in comune con il tentativo in atto di fare della Puglia l’hub energetico dell’Europa, un punto di passaggio e raccolta di idrocarburi per il nord dell’Unione e per la Svizzera e che troverebbero nella realizzazione del gasdotto Tap la testa d’ariete a propositi di portata ben più vasta.

Lo scorso anno, in occasione della convenzione con le forze dell’ordine per il contrasto ai reati ambientali, il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ebbe a dire: “Il fatto che i reati ambientali in Italia siano ancora derubricati come reati bagatellari, è un crimine del legislatore che fa fatica ad accorgersi che dentro la condizione di una crisi ambientale globale senza precedenti, che non ci lascia molto tempo dal punto di vista del correre ai ripari, i reati ambientali sono equivalenti ai reati di strage».

«Sono - prosegue - un delitto che vale due: un delitto del presente e un delitto che si riverbera sul futuro; è un delitto nei confronti dei nostri diritti e di quelli delle nuove generazioni». «Per cui – conclude - bisognerebbe chiedere al legislatore una particolare attività nella recrudescenza, una particolare attenzione rispetto a questi fenomeni; e anche una particolare intensità di connotazione e di sanzione penale nei confronti di questi temi».

Adolfo Perez Esquivel - Premio Nobel per la Pace
Sostegno autorevole a tali auspici arriva dal Nobel per la Pace Adolfo Peréz Esquivel che nel 2006 ha avviato una campagna per l’ampliamento delle competenze della Corte penale internazionale e l’inclusione di un nuovo reato: quello dei crimini contro l’ambiente. Di fatto, crimini contro l'incolumità pubblica. A sostegno di questa iniziativa, numerose personalità di livello internazionale come il Dalai Lama e Rigoberta Menchù Tum.

Fondamentale per la riuscita di questa idea il coinvolgimento dell’opinione pubblica attraverso campagne di sensibilizzazione promosse dal mondo accademico, giornalistico, dall’associazionismo ecc. allo scopo di raccogliere il consenso dei 2/3 degli Stati firmatari.

E dove un reato viene riconosciuto, si può parlare anche di prevenzione. La riuscita di questo progetto, allora, preverrebbe il tentativo di realizzare opere come Tap che provocherebbero danni incalcolabili di tipo sanitario, ambientale e umano. La scienza ha già dimostrato che deficit cognitivi e comportamentali, autismo, danni al sistema neurologico e linfatico, al Dna ecc., sempre più comuni tra le nuove generazioni, sono causati dalle reazioni chimiche che si sprigionano dal contatto tra le diverse componenti degli idrocarburi (gas e petrolio) e che si verificano ad ogni passaggio riguardante le fonti fossili di energia: dall’estrazione, al trasporto, alla lavorazione, la tecnologia non è in grado di evitare sversamenti nelle falde o in atmosfera con conseguente contaminazione delle specie vegetali ed animali. Il danno per gli esseri umani, ultimo anello della catena alimentare, è evidente e irreversibile. Componenti chimiche conosciute come ‘distruttori endocrini’ e ribattezzate ‘ladri di cervello’ dal Dott.Neil Carman, ex funzionario del Texas per l’ambiente e direttore del Lone Star Chapter per l’aria pulita del Sierra Club, la più antica ed importante organizzazione ambientale negli Stati Uniti.

 “I distruttori endocrini – lamenta la Dott.ssa Theo Colborn, presidente di Tedx, Endocrine disruption exchange e Professore Emerito presso l’Università della Florida - sono diventati una parte integrante della nostra economia e del nostro stile di vita ma nel frattempo stanno insidiosamente affliggendo la salute e l’intelligenza degli individui su scala globale”.

Sembra quasi schizofrenico ma il fatto è che il sistema finanziario su cui basiamo la produzione di quasi tutto ciò che ci circonda e che migliora le nostre esistenze ha bisogno dei distruttori endocrini. Allo stesso tempo i distruttori endocrini stanno conducendo le capacità intellettive degli esseri umani ad una involuzione senza ritorno e a costi incalcolabili a causa delle emergenze sanitarie indotte dai contaminanti utili alla produzione.

Nikola Tesla, scienziato vissuto a cavallo tra l'800 e il 900 disse che la scienza non è altro che una perversione se non è finalizzata al miglioramento delle condizioni dell'Uomo. Oggi possiamo dire di esserci messi in una trappola letale. Colpa, forse, di società che mettono all’angolo gli intellettuali in virtù di un’idea malata e antiquata di progresso.
 


http://www.iaes.info/

domenica 20 ottobre 2013

No.Tap: la risposta ai senatori pugliesi che hanno votato a favore del gasdotto

In risposta ai Senatori Pugliesi che hanno ritenuto di votare in favore di TAP:

Anche se senza logica non ci stupisce che molti Senatori pugliesi abbiano votato in favore di TAP,un po' per la distanza di queste persone dai problemi reali del paese un po' per la pratica che hanno gli uomini di TAP delle stanze del potere,la ratifica dell'accordo non ci fa assolutamente meraviglia.
Quello che ci lascia letteralmente allibiti sono le motivazioni che avrebbero portato a questo voto e le polemiche che hanno portato nei partiti di riferimento.
La cosa certa e che queste persone hanno votato contro le indicazioni delle popolazioni che le hanno elette,e questo non è simbolo di distacco dal proprio territorio di cui si dovrebbero conoscere i problemi,riteniamo queste persone troppo intelligenti per non aver letto i giornali o meglio ancora gli elaborati del progetto.
Ma qualcosa è andato storto,cosa precisamente pretendiamo che lo spieghino loro,vorremo capire se loro hanno qualche documento che la popolazione non ha potuto leggere ma come da procedura dovrebbe essere pubblico.
Ma giusto per fare chiarezza è bene dare dei capisaldi contenuti nella documentazione ufficiale messi in discussione dalle affermazioni degli Onorevoli Senatori:
Prima di tutto non vi è nessuna valutazione tecnica considerata valida,visto che il primo progetto è stato bocciato e il secondo in via di valutazione,e questo si è già presentato lacunoso e mancante di “documentazione” essenziale.
Quindi affermare che c'è stata un attenta valutazione tecnica dei punti d'approdo da parte di TAP è una falsità,come affermare che la valutazione tecnica è fatta da esperti è una nuovamente falso visti i risultati.
Seconda punto il gas Azero non è strategico per l'Italia visto che è destinato al centro Europa e i guadagni saranno veicolati in una nazione non EU,la Svizzera.
Terzo se l'impianto ha forti ripercussioni ambientali a Brindisi,e noi per questo ci auspichiamo che non venga costruito da nessuna parte,che impatti avrà a San Foca,e visto il tratto a terra nemmeno in progettazione in tutto il Salento e parte del brindisino?
Affermando che il brindisino ha già dato si vogliono escludere i cittadini di Mesagne?loro possono subire la devastazione del collegamento alla rete SNAM?
La nostra opinione,e quella della popolazione,è che si stia cercando di ratificare un accordo al buio per misteriosi vantaggi,non si sa bene di chi,e si stia rischiando o di peggiorare la già disastrosa situazione di Brindisi,di cui è noto che il Salento subisce drammaticamente le conseguenze,o si stia per dare il”la” alla trasformazione di San Foca e di tutta l'area di Melendugno in una nuova Ilva o una nuova Cerano.
Al contrario dei Senatori che hanno votato si,questo comitato composto da umili cittadini votanti e imparziali,ha attentamente valutato il progetto e per lo meno ha ben letto i documenti PUBBLICI che affermano nelle eccezioni fatte dai due ministeri competenti che TAP DEVE VALUTARE MEGLIO LE ALTERNATIVE,E CHE DEVE AVERE UNA CONSIDERAZIONI DELL'IMPATTO COMPLESSIVO dell'opera.
È chiaro da questo che la malagestione delle risorse ambientali ha compromesso sia Brindisi che l'intero Salento,quindi ai cari Senatori affetti da una variante della sindrome Nimby(no nel mio giardino) che spinge il gasdotto TAP verso l'Africa in virtù della posizione geografica del proprio elettorato, chiediamo,come chiesto dai ministeri competenti a TAP,di valutare l'impatto su un concetto di AREA VASTA e di BLOCCARE L'OPERA OVUNQUE VISTA L'INUTILITÀ.
Speriamo vivamente che la camera non ratifichi l'accordo passato in Senato,anche perché i deputati salentini e pugliesi chiamati a dare spiegazioni sarebbero molti di più,e la bagar delle scuse da bambino col dito nella marmellata raggiungerebbe il ridicolo.
Comitato NO TAP.

Senatori che hanno votato a favore del gasdotto TAP


Senatori pugliesi che hanno votato SI al Gasdotto Tap sono:

Amoruso Francesco maria, PdL

Azzolini Antonio, PdL (favorevole ma assente)

Bruni Francesco, PdL (favorevole ma ‘assente’ nella votazione finale)

Bruni Donato, PdL

Cassano Massimo, PdL (favorevole ma assente perché in missione)

D’Ambrosio Lettieri Luigi, PdL

D’Onghia Angela, SCpl

Finocchiaro Anna, Pd

Iurlano Pietro, PdL (favorevole ma ‘assente’ nella votazione finale)

Latorre Nicola, Pd (favorevole ma assente)

Liuzzi Pietro, PdL

Perrone Luigi, PdL

Tarquinio, Lucio Rosario Filippo, PdL

Tomaselli Salvatore, Pd

Zizza Vittorio, Pd

 

mercoledì 16 ottobre 2013

Tap: sopralluogo a San Foca

 Manifestazione No-Tap a San Foca
Era previsto per le 15.30 di oggi un sopralluogo di Tap sul lungomare di San Foca, dove è in progetto la costruzione della contestata pipeline. Sul posto una rappresentanza del Comitato No-Tap.
 
 
 La visita avviene all'indomani della decisione da parte della Comunità Europea che inserisce nelle PIC il gasdotto TAP ma anche i suoi concorrenti Nabucco e ITIGI Poseidon.

Comunicato di Galati (Sel)tramite regione Puglia:
L'Europa “spinge” la Tap, Galati (Sel): “Umiliate le comunità locali e la volontà del Salento”
Ferma protesta e forte indignazione: è questa la reazione del consigliere regionale Antonio Galati (Sel) rispetto alle deliberazioni delle scorse ore della Commissione Europea, che ha inserito anche il gasdotto Tap fra i “progetti di interesse comune”, che beneficeranno di procedure accelerate (e accentrate in un unico Stato) e avranno accesso al fondo europeo quantificato in 5,85 miliardi di euro. Tutti i dettagli possono essere ricavati dal link 
 

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-932_it.htm?locale=en .
“ È una decisione che umilia le comunità locali del Salento – stigmatizza Galati –  le quali hanno già manifestato senza ambiguità la propria contrarietà all'opera, così come concepita e localizzata. Una decisione tanto più umiliante se si tiene conto che la nota della Commissione Europea parla di un “processo di scelta” nel quale “sono stati consultati anche il pubblico e le parti interessate”: un'evidente falsità, quanto meno per l'Italia, nazione che è interessata al progetto presentato da Tap unicamente per l'approdo a San Foca (anche se è evidente che il passo successivo alla costruzione del gasdotto Tap è la costruzione di un'altra infrastruttura, che funga da raccordo tra il Prt di Melendugno e la rete del gas). Le comunità locali del Salento hanno già manifestato in tutti i modi le proprie contrarietà: con le deliberazioni unanimi dei consigli comunali, con le manifestazioni delle associazioni, con i pareri motivati dei tecnici della Regione Puglia. Tutto questo sembra invisibile – prosegue il consigliere regionale – la volontà del territorio appare letteralmente calpestata dai vertici europei, non diversamente da quanto accade in Val di Susa con la costruzione di un'altra grande opera che desta l'opposizione delle comunità locali, la Tav.


L'Europa ha un grande compito: avvicinare i cittadini alle politiche continentali, creare strategie che siano partecipate e condivise, essere sempre di più l'Unione dei popoli e non delle lobby – conclude Galati – Decisioni come quella di ieri, viceversa, suonano come uno schiaffo in faccia ai territori e alla democrazia”. /comunicato

La 'sfinge' della spiaggia di Sant'Andrea nella marina di Melendugno


lunedì 14 ottobre 2013

Distruttori endocrini: inevitabile prezzo per la modernità?

Autore: dott.ssa Theo Colborne
fonte: http://www.endocrinedisruption.com
Traduzione a cura di: Chiara Madaro
 

http://www.mothersagainstfracking.org/health/
Nel corso dei primi anni ’90 la scienza rivela che i protocolli tradizionali in uso per i test tossicologici relativi agli elementi chimici allo scopo di determinarne la sicurezza rispetto alla salute degli esseri viventi, avevano completamente perso di vista una vasta gamma di elementi chimici che penetrano il grembo materno ed interferiscono con la costruzione e programmazione degli animali in via di sviluppo, compresi gli esseri umani.
Da quel momento sono state accumulate prove schiaccianti indicanti che la presenza di quantità infinitesimali di alcune sostanze chimiche che si accumulano nell’organismo nel corso delle continue fasi di sviluppo che si alternano prima della nascita, possono alterare il fenotipo ereditato come, ad esempio, la capacità di apprendere, amare, di elaborare informazioni, riprodursi e anche mantenere un peso corporeo normale. Poiché queste sostanze chimiche interferiscono con lo sviluppo attraverso un’azione di disturbo del sistema endocrino, sono chiamati distruttori endocrini. L’equilibrio del sistema endocrino è così finemente bilanciato che l’ambiente del grembo materno dipende da cambiamenti delle concentrazioni di ormoni equivalenti ad un trilione di grammo. In termini temporali, questa quantità equivale ad un secondo in 3.169 secoli.
Recenti sviluppi nella ricerca confermano che i distruttori endocrini possono interferire con il normale sistema di segnalazione geneticamente controllato che determina ogni aspetto dello sviluppo embrionale e fetale. Negli ultimi dieci anni è stato dimostrato che esistono infiniti modi in cui di disturbatori endocrini possono interferire con l’espressione genica. Essi possono interferire sulla programmazione dei tessuti in via di sviluppo del nascituro modificando così il modo in cui un adolescente o un adulto risponderebbero ordinariamente ai normali segnali chimici che controllano le loro funzioni una volta maturi. Sviluppo gonadico abnorme, infertilità, ADHD, autismo, diabete, disturbi della tiroide tumori infantili e in età adulta, sono disordini che hanno subito un aumento in prevalenza negli ultimi anni e che oggi vengono collegati alle esposizioni con cui viene in contatto il feto. L’aumento di questi disturbi è stato segnalato in vari paesi dell’emisfero settentrionale e costituisce un problema di proporzioni globali.


http://www.chemsec.org/news/news-2013/january-march/1131-un-and-who-report-the-links-between-hormone-disrupting-chemicals-and-common-diseases-significantly-underestimated
Rapporto delle Nazioni Unite sui legami tra le sostanze chimiche che modificano il funzionamento degli ormoni e le più comuni malattie
I costi di simili disordini a livello familiare e individuale possono essere spesso strazianti ed economicamente devastanti; un sempre maggior numero di individui spende la proprie vita in uno stato di dipendenza. A livello popolare i costi vanno nell’ordine dei miliardi di dollari di perdite annuali per uno solo tra questi disordini. I distruttori endocrini sono diventati una parte integrante della nostra economia e del nostro stile di vita ma nel frattempo stanno insidiosamente affliggendo la salute e l’intelligenza degli individui su scala globale.

No TAP: Melendugno unanime

di Chiara Madaro



Si è riunito oggi 14 ottobre alle 17, in seduta straordinaria, il consiglio comunale organizzato dal sindaco di Melendugno Marco Potì. Tra i punti all'ordine del giorno due riguardano Tap, Trans Adriatic Pipeline, il tanto contestato progetto che vuole fare del Salento l''hub' energetico per l'Europa avviando un'inversione di tendenza rispetto alle pratiche virtuose culturali ed economiche che negli ultimi anni hanno reso il Salento e la Puglia un importante brand.
Approvata all'unanimità la proposta di avviare una commissione di esperti e di coinvolgere tutti i comuni della provincia di Lecce.
La grotta della Poesia - Roca, nella marina di Melendugno, è prossima ad un'importante scavo archeologico in cui sono state scoperte iscrizioni di epoca messapica

lunedì 7 ottobre 2013

TAP: l'importanza di essere consapevoli

L'On. Giovanardi ha espresso scarsa considerazione del parere delle popolazioni salentine nel corso di un'intervista a Radio Capital dimostrando, inoltre, di opinare su questioni a lui sconosciute

(http://www.youtube.com/watch?v=OQMGDJ5JuXI&feature=youtu.be )

Questa la risposta del Sindaco di Melendugno Marco Potì:

""Invito il Senatore della Repubblica Italiana Carlo Giovanardi ad avere maggiore RISPETTO dell'opinione dei cittadini di un intero territorio, siano essi 5-500-5000 o più! Lo informo che quattro (per ora!) consigli comunali si sono già espressi contrariamente alla proposta progettuale della società multinazionale straniera TAP, così come Regione Puglia, associazioni, comitati, coop. di pescatori, operatori economici e tanti cittadini, hanno espresso LIBERAMENTE la loro OPINIONE rispetto ad un'opera che impatta negativamente dal punto di vista ambientale, della salute, della sicurezza, del non rispetto della vocazione turistica ed agricola di un'area vasta, il SALENTO.
Un rappresentante del popolo come è lei, dovrebbe sapere che la prima cosa da fare in questi casi è informarsi bene sull'argomento su cui ci si esprime e subito dopo imparare ad ascoltare con più attenzione tutte le voci in campo, specie se si levano da parte di coloro che non sono pericolosi estremisti, ma semplici cittadini/elettori, molti dei quali hanno probabilmente contribuito in vario modo a "nominarlo" senatore. Caro Senatore Giovanardi la invitiamo pertanto quando vuole a venire a visitare quella spiaggia e quei luoghi di cui parla senza dimostrare di conoscere niente. La invitiamo per incontrare queste comunità fatte di uomini e donne civili, che lavorano per la crescita della propria terra, che sono orgogliosi per i prestigiosi riconoscimenti, come la BANDIERA BLU D'EUROPA e le 5VELE di Legambiente, di cui sono insignite da tempo, che vogliono difendere con fermezza e dignità quello che la natura gli ha donato.
Quando vuole signor Senatore venga a trovare questa meravigliosa gente. Saremo in molti ad aspettarla su quella spiaggia.
Con Cordialità.
Marco Potì
Sindaco del Comune di Melendugno (Le)"