Traduzione di Chiara Madaro
http://correiodobrasil.com.br/meio-ambiente/energia/indios-denunciam-despejo-veneno-proximo-aldeia-xavante
11/1/2013 13:24
Por Redação, com Brasil de Fato - de Marãwaitsédé (MT)
11/1/2013 13:24
Por Redação, com Brasil de Fato - de Marãwaitsédé (MT)
“Si è trattato di un attacco
visibile, io ho visto un piccolo aereo che rilasciava veleno all’incirca
alle 8 del mattino del 26, ad una distanza ravvicinata rispetto all’aldeia; io
stesso ho attualmente problemi alla vista e mal di testa dopo la dispersione di
quel materiale”, afferma il sacerdote cattolico Xavante Aquilino.
Egli afferma che non si tratta
del primo caso di diffusione di veleni e che sono già avvevnute le prime morti
tra gli xavante in seguito allo spargimento di queste sostanze in luoghi prossimi
all’aldeia. La fazenda adiacente la terra indigena è costituita da piantagioni
di soia e si trova a meno di 10Km dalla Terra Indigena Marãwaitsédé. Cosme
Xavante, uno dei leader Marãwaitsédé, afferma che l’aereo è passato velocemente
sull’aldeia.
“Abbiamo delle coltivazioni al
confine con la fazenda (fattoria). Sono passati a spargere veleno anche la
scorsa settimana, sempre micronizzato, ma non erano mai arrivati così vicini,
la nostra salute è compromessa”, denuncia.
Il leader indigeno afferma che
la Funai si è fatta presente e che gli organi competenti presenteranno il caso ad
Ibama per le investigazioni. In un’intervista al Cimi, l’organo indigenista ha
affermato che non esiste prova di intossicazione o dispersione di agrotossici
ma che stanno verificando la denuncia.
Secondo una dichiarazione
della Funai, l’operazione di rimozione degli invasori della TI (Terra Indigena)
è stata avviata, “chi non andrà via avrà la confisca dei beni dai giudici e
dovrà rispondere al crimine della disobbedienza”. Gli invasori tentano di intimidire
gli indigeni in seguito al mandato di sgombero inviato il 18 ottobre a chi
occupa illegalmente i territori in questione dal ministro Carlos Ayres Britto,
allora presidente del Supremo Tribunale Federale (TFS).
Da allora le intimidazioni e
gli attacchi da parte dei fazendeiros sono stati costanti. Il 3 novembre 2012,
un indio è stato inseguito nella città di Agua Boa da due macchine a bordo
delle quali si trovavano persone che ha riconosciuto appartenenti ad un nucleo che
aveva invaso il territorio indigeno Marãiwatsédé e capovolto il suo veicolo
riportando alcune escoriazioni.
Un altro caso di intimidazione
con ripercussioni è stato perpetrato contro il vescovo emerito di São Félix do
Araguaia, Dom Pedro Casaldáliga, che si è ritirato all’inizio del dicembre 2012
da São Félix. Il vescovo è stato accusato di essere responsabile della
decisione del SFT. Le minacce erano diventate sempre più insistenti e
pericolose: “Il vescovo non vedrà la fine della settimana”.
Invasione.
L’aldeia di Marãwaitsédé è
situata nel municipio di Alta Boa Vista e São Félix do Araguaia nello stato del
Mato Grosso e iniziò ad essere invasa negli anni ’50, dopo essere stata
acquisita in maniera irregolare dall’azienda agricola Suià-Missu. Gli indigeni
furono costretti alla migrazione forzata verso la Missione Salesiana di São
Marcos, a 400Km da Marãiwatsédé, dove si diffuse un’epidemia di morbillo. Circa
150 indigeni morirono e nel 1980, la terra è stata venduta all’impresa italiana
Agip.
Nel corso della Conferenza
sull’Ambiente realizzata all’inizio degli anni ’90 a Rio de Janeiro, la Eco92,
l’Agip annunciò , sotto pressione, che avrebbe restituito la Marãiwatsédé agli
Xavante. Dei 165 mila ettari omologati e registrati dall’Unione , appena 20mila
sono occupati dagli indigeni. La terra è stata approvata dalla Giunta nel 1998
e malgrado il riconoscimento, gli indigeni soffrono grandi pressioni da parte
dei latifondisti e del potere politico locale affinchè la Marãiwatsédé rimanga
nelle mani dei fazendeiros.
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