di Richard
Smallteacher su: http://www.corpwatch.org/article.php?id=15894
Traduzione di Chiara Madaro
Traduzione di Chiara Madaro
YPF, compagnia petrolifera dello stato
argentino, ha firmato un accordo con l’omologa statunitense Chevron per
estrarre gas di scisto e petrolio usando la tecnologia del fracking nelle Ande
meridionali. Gli attivisti ambientali e gli indigeni locali si stanno
preparando alla lotta per fermare questa controversa tecnologia.
Il Fracking – abbreviativo di ‘fratturazione
idraulica’ – utilizza tecniche di perforazione orizzontale allo scopo di
perforare per miglia nella profondità della terra pompando milioni di galloni
di acqua, sabbia e dannose sostanze chimiche in modo da rompere le formazioni
rocciose ed estrarre il gas contenuto all’interno di esse.
Chevron afferma che investirà 1,24
miliardi di dollari per aiutare YPF a perforare 1.500 pozzi in un’area di
5.000acri della regione di Vaca Muerta, nella provincia di Neuquén, nell’Argentina
meridionale.
Ma questo è solo l’inizio della storia. “YPF
ha firmato accordi con Dow, la compagnia petrolifera situata a Neuquén e con
Winter, compagnia tedesca. Inoltre sta negoziando con Exxonn, Apache, Total, ed
altre. Diego di Risio del Southern Petroleum Observatory, una ONG che registra
l’estrazione del petrolio nel paese ha detto all’Earth Island Journal che ‘Chevron
a YPF non stanno semplicemente stringendo un accordo, stanno creando un
precedente per l’intero settore’.
Greenpeace spiega l’impatto di questa
estrazione: “La fratturazione di un singolo pozzo richiede un enorme volume d’acqua:
circa 9.000-29.000 metri cubi (tra i 9 e i 29 milioni di litri). I prodotti
chimici costituiscono circa il 2% del liquido di fatturazione cioè tra i 180.000
e i 580.000 litri. Solo il 15-80% del fluido iniettato viene recuperato. Il
resto rimane sotterraneo dove è fonte di contaminazione delle falde acquifere.
“Non stanno prendendo solo la terra”,
spiega Lautaro Nahuel delle comunità indigene Mapuche di Neuquén all’Earth
Island Journal. “Tutte le specie viventi di questa regione sono interconnesse.
Sarà coinvolto il fiume di Neuquén, il fiume con cui ci dissetiamo”.
La contaminazione da fracking si è
mostrata in modi insoliti. Ad esempio alcune comunità negli Stati Uniti hanno
visto l’acqua del rubinetto prendere fuoco in aree dove si opera il fracking.
Guarda questo video su YouTube e questo articolo sulla rivista Time).
Secondo una ricerca svolta a Youngstown
in Ohio, dove i residenti sono stati colpiti dal terremoto durante la vigilia
di Natale nel 2011 e nuovamente a Capodanno, il fracking può anche aumentare
drammaticamente il rischio di terremoti.
Questa tecnologia sta affrontando una
feroce opposizione da parte di un certo numero di governi europei. La Francia
ha vietato il fracking nel 2011 e la Bulgaria lo scorso gennaio. La Romania ha
una moratoria su questa tecnologia e anche la Repubblica ceca sta valutando l’opportunità
di esprimere un divieto.
I vari gruppi ambientalisti di tutto il
mondo stanno facendo il passaparola sulle caratteristiche di questa tecnologia e
organizzano proteste. Il villaggio di Balcombe, a sud di Londra, ad esempio, ha
vissuto importanti proteste a riguardo. All’inizio di questa settimana la Royal Canadian Mounted Police ha fermato
una protesta e un blocco nella First Nation (nativi) di Elsipogtog organizzata
per fermare un progetto sul gas di scisto
a Rexton, nel New Brunswick.
I Mapuche intendono partecipare a questo
movimento internazionale in crescita. “Siamo pronti a difendere il fiume, la
terra, le piante, affinchè possiamo continuare a vivere e sviluppare noi in
quanto popolo”, dice Nahuel.
Intanto Chevron è all’avanguardia nell’esportazione
della tecnologia del fracking a livello globale. Il Financial Times riporta di
come questa multinazionale stia tentando di ottenere concessioni in Europa
orientale in modo aggressivo. “Per anni ha esplorato una superficie corrispondente
alla frattura geologica che si estende dal Mar Baltico al Mar Nero”, scrive Guy
Chazan. “Un pezzo cruciale per il suo puzzle è arrivato in maggio, quando ha
ottenuto il diritto di negoziare un contratto per la raccolta di gas di scisto
in Ucraina. C’è un arco quasi continuo di concessioni che si estende dal
sud-est della Bulgaria e arriva al nord della Polonia. Nella sola Romania le
aree coprono 2.700Kmq.
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