Di Chiara Madaro
Siamo
stati sull’orlo del fallimento, lo siamo ancora, ma resistiamo mentre in
maniera inattesa la ricca Cipro cola a picco. Sarebbe qui opportuno specificare
che non tutta Cipro è in pericolo, solo la parte greca. E’ un caso o esiste un
motivo?
Nel febbraio 2011 Mario Monti era da pochi mesi stato nominato presidente del Consiglio italiano e nel corso di una conferenza afferma: “Non dobbiamo stupirci se l’Europa ha bisogno di crisi, gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti sono la cessione di parti delle sovranità nazionali ad un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico e i cittadini possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è in atto una crisi visibile, conclamata.”
Nel febbraio 2011 Mario Monti era da pochi mesi stato nominato presidente del Consiglio italiano e nel corso di una conferenza afferma: “Non dobbiamo stupirci se l’Europa ha bisogno di crisi, gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti sono la cessione di parti delle sovranità nazionali ad un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico e i cittadini possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è in atto una crisi visibile, conclamata.”
Nel corso
del Governo Monti sono state avviate numerosissime concessioni di prospezione in Adriatico ancora fino ai giorni scorsi. La disponibilità del governo
italiano alla ricerca di idrocarburi non è stata accennata nemmeno in campagna
elettorale dagli avversari di Monti malgrado si tratti di un provvedimento
evidentemente dannoso per il nostro Paese che vive fondamentalmente grazie al
turismo e ai beni paesaggistici e ambientali. Anche le proteste e le azioni
delle associazioni ambientaliste, delle comunità locali e dei governi regionali
non sono riuscite ad arrivare agli onori della stampa nazionale.
Anche
la Turchia ha avviato permessi di prospezione estendendoli alle coste
turco-cipriote. Si parla di 6 progetti
esplorativi nel Mediterraneo, incluso Cipro. Qui la compagnia petrolifera di
stato Turkiye Petrolleri AO ha firmato un accordo congiunto E&P (esplorazione
e produzione) con la Royal Dutch Shell
Plc (RDSA) lo scorso anno.
Secondo il Ministro turco per l’Energia e le Risorse Naturali, la
cooperazione della compagnia italiana Eni con Cipro nel campo delle
esplorazioni di idrocarburi nel
Mediterraneo orientale potrebbe interferire negativamente con i progetti della
compagnia in Turchia a causa delle irrisolte questioni che si trascinano dal
1974 e che coinvolgono l’isola da cui è nata Venere.
Ma le risorse stimate di petrolio e gas contenute sotto il fondo del mare
di Cipro ammontano a circa 8 bilioni di barili corrispondenti a circa 400
miliardi di dollari in base al mercato attuale. Anche se non esistono stime affidabili,
al momento, le più importanti compagnie petrolifere come la russa Novatec, l’italiana
Eni, la francese Total e la malese Petronas, sono tra coloro cercano di
ottenere permessi esplorativi nella zona a sud di Cipro.
Ad aprile 2012 la
Turchia ha iniziato le perforazioni onshore per la ricerca di petrolio e gas a
nord di Cipro, nei pressi della città di Trikomo, con la corporation di Stato
Turkish Petroleum malgrado le proteste provenienti dalla Repubblica di Cipro
che giudica illegale l’azione.
Ma il 6 febbraio 2013 anche i greco-ciprioti firmano permessi esplorativi con Total SA su due dei tredici lotti costieri, un’area corrispondente a 50mila Kilometri quadrati in totale.
Ma il 6 febbraio 2013 anche i greco-ciprioti firmano permessi esplorativi con Total SA su due dei tredici lotti costieri, un’area corrispondente a 50mila Kilometri quadrati in totale.
Secondo una valutazione di tipo
puramente finanziario espressa da Karen Avat, analista in geopolitica energetica
del Mediterraneo orientale, l'accordo è promettente in considerazione della crisi del debito di Cipro. Già all’inizio
del 2013 Cipro era in trattative con UE e FMI per un
prestito di salvataggio equivalente al
PIL del paese: 17 miliardi di
euro. Anche se il pacchetto di
salvataggio è stato ritardato fino
a data da destinarsi a causa delle preoccupazioni dei ministri delle finanze
europei sulla portata del pacchetto.”Ma – afferma Avat -
il recente sviluppo nel settore dell'energia
potrebbe svolgere un ruolo positivo nel facilitare il rilascio dei fondi di salvataggio e (…) Cipro potrebbe cominciare a esportare il suo gas a partire dal 2019” confermando le tesi espresse da Mario Monti.
Nessun commento:
Posta un commento