Di Chiara Madaro
Mentre si diffonde la notizia dell'inizio dei lavori di bonifica e che saranno necessari almeno 100 anni perché a Taranto la situazione si normalizzi rispetto all'inquinamento indotto dall'Italsider, in Salento imperversa la battaglia contro Tap.
E vengono in mente le 713 pagine della recente sentenza sul caso Eternit in cui i giudici parlano di ‘strage consapevole’ da parte di chi gestiva l’impianto e di cinismo perché, malgrado fossero ormai chiari gli aspetti nocivi dell’amianto, ci fu un tentativo di minimizzare gli stessi allo scopo di continuare la produzione. La portata di quei comportamenti fu di tale straordinaria portata che ancora oggi il pericolo prosegue; l’amianto si trova oggi in scuole e ospedali e le bonifiche comportano costi elevati e rischi.
E vengono in mente le 713 pagine della recente sentenza sul caso Eternit in cui i giudici parlano di ‘strage consapevole’ da parte di chi gestiva l’impianto e di cinismo perché, malgrado fossero ormai chiari gli aspetti nocivi dell’amianto, ci fu un tentativo di minimizzare gli stessi allo scopo di continuare la produzione. La portata di quei comportamenti fu di tale straordinaria portata che ancora oggi il pericolo prosegue; l’amianto si trova oggi in scuole e ospedali e le bonifiche comportano costi elevati e rischi.
Temi che hanno molto
in comune con il tentativo in atto di fare della Puglia l’hub energetico
dell’Europa, un punto di passaggio e raccolta di idrocarburi per il nord
dell’Unione e per la Svizzera e che troverebbero nella realizzazione del
gasdotto Tap la testa d’ariete a propositi di portata ben più vasta.
Lo scorso anno, in
occasione della convenzione con le forze dell’ordine per il contrasto ai reati
ambientali, il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ebbe a dire: “Il fatto che i reati ambientali in Italia siano ancora
derubricati come reati bagatellari, è un crimine del legislatore che fa fatica
ad accorgersi che dentro la condizione di una crisi ambientale globale senza
precedenti, che non ci lascia molto tempo dal punto di vista del correre ai
ripari, i reati ambientali sono equivalenti ai reati di strage».
«Sono -
prosegue - un delitto che vale due: un delitto del presente e un delitto che si
riverbera sul futuro; è un delitto nei confronti dei nostri diritti e di quelli
delle nuove generazioni». «Per cui – conclude - bisognerebbe chiedere al
legislatore una particolare attività nella recrudescenza, una particolare
attenzione rispetto a questi fenomeni; e anche una particolare intensità di
connotazione e di sanzione penale nei confronti di questi temi».
![]() |
Adolfo Perez Esquivel - Premio Nobel per la Pace |
Fondamentale per la
riuscita di questa idea il coinvolgimento dell’opinione pubblica attraverso
campagne di sensibilizzazione promosse dal mondo accademico, giornalistico,
dall’associazionismo ecc. allo scopo di raccogliere il consenso dei 2/3 degli
Stati firmatari.
E dove un reato viene
riconosciuto, si può parlare anche di prevenzione. La riuscita di questo
progetto, allora, preverrebbe il tentativo di realizzare opere come Tap che provocherebbero
danni incalcolabili di tipo sanitario, ambientale e umano. La scienza ha già dimostrato
che deficit cognitivi e comportamentali, autismo, danni al sistema neurologico
e linfatico, al Dna ecc., sempre più comuni tra le nuove generazioni, sono
causati dalle reazioni chimiche che si sprigionano dal contatto tra le diverse
componenti degli idrocarburi (gas e petrolio) e che si verificano ad ogni passaggio
riguardante le fonti fossili di energia: dall’estrazione, al trasporto, alla
lavorazione, la tecnologia non è in grado di evitare sversamenti nelle falde o
in atmosfera con conseguente contaminazione delle specie vegetali ed animali.
Il danno per gli esseri umani, ultimo anello della catena alimentare, è
evidente e irreversibile. Componenti chimiche conosciute come ‘distruttori
endocrini’ e ribattezzate ‘ladri di cervello’ dal Dott.Neil Carman, ex
funzionario del Texas per l’ambiente e direttore del Lone Star Chapter per
l’aria pulita del Sierra Club, la più antica ed importante organizzazione
ambientale negli Stati Uniti.
“I distruttori endocrini – lamenta la Dott.ssa
Theo Colborn, presidente di Tedx, Endocrine disruption exchange e Professore Emerito
presso l’Università della Florida - sono diventati una parte integrante della
nostra economia e del nostro stile di vita ma nel frattempo stanno
insidiosamente affliggendo la salute e l’intelligenza degli individui su scala
globale”.
Sembra quasi
schizofrenico ma il fatto è che il sistema finanziario su cui basiamo la
produzione di quasi tutto ciò che ci circonda e che migliora le nostre
esistenze ha bisogno dei distruttori endocrini. Allo stesso tempo i distruttori
endocrini stanno conducendo le capacità intellettive degli esseri umani ad una
involuzione senza ritorno e a costi incalcolabili a causa delle emergenze
sanitarie indotte dai contaminanti utili alla produzione.
Nikola Tesla, scienziato vissuto a cavallo tra l'800 e il 900 disse che la scienza non è altro che una perversione se non è finalizzata al miglioramento delle condizioni dell'Uomo. Oggi possiamo dire di esserci messi in una trappola letale. Colpa, forse, di società che mettono all’angolo
gli intellettuali in virtù di un’idea malata e antiquata di progresso.
Per aderire al progetto firma la petizione internazionale su:
http://www.iaes.info/en/adesioni.php
Altre info su:
http://www.adolfoperezesquivel.org/
http://www.effettoterra.org/il_tribunale_speciale_per_i_reati_contro_lambiente.html
http://www.iaes.info/en/adesioni.php
Altre info su:
http://www.adolfoperezesquivel.org/
http://www.effettoterra.org/il_tribunale_speciale_per_i_reati_contro_lambiente.html
http://www.iaes.info/
Nessun commento:
Posta un commento